Addio al disegnatore dei Barbapapà
Celebrati da 2 aziende bergamasche

È morto a Parigi, a 82 anni, il disegnatore americano Talus Taylor, creatore della serie televisiva Barbapapà.

La scomparsa è avvenuta il 19 febbraio ma la notizia è stata diffusa solo domenica. La serie, che prende il nome dal termine francese che indica lo zucchero filato («barbe à papa»), fu inventata nel 1970.

Questi buffi e amatissimi personaggi sono nati tra uno scarabocchio e l'altro in un fumoso bistrot parigino in piena rivolta studentesca e sono diventati un vero e proprio fenomeno. Famosi a tal punto che hanno influenzato la lingua italiana e sono ritornati in voga dopo 40 anni dalla loro nascita.

Dalle forme morbide in continua trasformazione, complici del loro successo anche due aziende bergamasche che hanno intuito il potere del brand e il suo appeal sui giovani e non solo. Cartiere Pigna e Foppapedretti hanno infatti realizzato negli scorsi anni, quando sono tornati in voga, nuove collezioni con i coloratissimi Barbapapà: l'azienda di Alzano Lombardo ha firmato una linea a loro dedicata con una lunga serie di prodotti di cartotecnica e accessori che comprende zaini, astucci, quaderni, penne e matite. L'azienda di Grumello del Monte aveva presentato invece nel 2011 una nuova collezione infanzia dedicata ai Barbapapà. «Le storie dei Barbapapà sono tra le prime a diffondere un messaggio ecologista, oltre a sottolineare l'importanza della famiglia e il rispetto per gli altri esseri viventi» aveva spiegato la scelta Luciano Bonetti, presidente e amministratore delegato della Foppapedretti Spa.

Personaggi nati per caso: Taylor, giovane professore di matematica, con la moglie e alcuni amici stava discutendo di politica in un bistrot di Parigi. E proprio tra un discorso e l'altro cominciò a disegnare sulla tovaglia di carta un buffo personaggio a forma di pera.

Era il 1969, anche se Barbapapà nasce ufficialmente un anno dopo con la prima serie di fumetti. Taylor «sfrutta» anche la consulenza della nipotina: quest'ultima decide che i nuovi personaggi dovessero assumere forme diverse.

Anche il nome nasce da un'incomprensione linguistica, storpiatura dello stesso Taylor di «barbe a' papa», ossia zucchero filato in francese.

«Forse Barbapapà è tornato di moda grazie ai bambini degli anni Settanta che ora sono genitori - ha dichiarato tempo fa lo stesso Taylor -, ma questo successo mi stupisce se confronto i nostri personaggi con i cartoni animati attuali, così veloci e aggressivi». Una giusta considerazione e, come direbbe l'allegra famiglia, «è quasi da rimanerci di stucco», proprio quasi fosse un «barbatrucco».

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