Aeroporti, il risiko dei cieli
Brescia fa un passo verso Bergamo

Abem non rinnova l’accordo per la newco. Il futuro di Montichiari resta legato a Verona e Venezia. «Ma per noi Bergamo rimane la soluzione migliore»

Tre anni di attesa e quattro proroghe. Alla fine i bresciani hanno capito che Montichiari per ora rimane a terra e deciso di non rinnovare l’accordo per la newco che avrebbe dovuto gestire lo scalo bresciano, sottoscritto per la prima volta nel 2016. «Oggettivamente non c’erano più le condizioni» taglia corto Giuliano Campana, presidente dei bresciani di Abem, società al 51% della locale Camera di Commercio e per la rimanente quota degli industriali di Aib. O forse non c’erano mai davvero state. «Questo lo dice lei» è la replica, amara: «Di certo il quadro è confuso e non vediamo motivi per restare in un accordo che non ha senso, ora come ora»

Anche perché la concessione per Montichiari rimane saldamente in mano ai veronesi della Catullo «e su questo bisogna essere chiari» ammette Campana. «Da ministero ed Enac non arrivano indicazioni diverse». Né relative alla possibilità di trasferirla alla newco (dove la Catullo avrebbe avuto l’80% e i bresciani il restante 20) né tantomeno su quella di rimetterla addirittura in gara. Ipotesi, quest’ultima, che in realtà, Enac non pare mai avere preso davvero in considerazione.

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