Alluvioni e dissesti naturali, allarme
I sindaci: prevenzione, ma dateci i soldi

Dal torrente alla valanga, dal ponte alla pista ciclabile, il territorio bergamasco è pieno di situazioni da tenere sotto controllo.

I dati pubblicati sabato 8 novembre sul nostro giornale mostravano come, nel piano per l’assetto idrogeologico redatto dall’Autorità di bacino del fiume Po, ben 188 paesi si trovino esposti a un rischio che, a seconda dei casi, va da medio a molto elevato. Nel tempo, vari interventi sono stati messi in campo, ma sono anche venute avanti nuove esigenze (mentre i bilanci piangono).

E un giro tra i sindaci mostra come su corsi d’acqua, frane e valanghe non si possa abbassare la guardia. L’inverno scorso, a fare notizia era stata la valanga di Ludrigno, ad Ardesio, che aveva costretto 14 persone a lasciare le loro case per alcuni giorni, per ragioni di sicurezza. Ora, con 950 mila euro di contributo regionale, si sta progettando il vallo che verrà realizzato il prossimo anno a protezione dell’abitato.

E per il sindaco Alberto Bigoni, da poche settimane anche presidente della Comunità montana Valle Seriana, la prevenzione del dissesto è la priorità assoluta: «Ormai, per le difficoltà nel reperire le risorse, gli enti tendono a lavorare nell’emergenza - osserva -. Ma un euro speso in prevenzione corrisponde a otto quando il danno è avvenuto: per questo la tendenza va invertita. La prevenzione del dissesto non porta voti, non dà visibilità, ma è il primo punto. Io so cosa vuol dire dover sfollare delle persone».

Tra i paesi a «rischio 4», il più elevato, figura Valtorta. «Cento anni fa era scesa una slavina che aveva sfiorato il paese - ricorda il sindaco Pietro Busi -. Per prevenire un evento del genere, negli ultimi anni abbiamo posato dei paravalanghe. Se il lavoro è stato ben fatto, su quel fronte possiamo stare tranquilli».

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