Assistenza familiare, c’è il via libera
alla legge che regola il lavoro delle badanti

Il provvedimento approvato all’unanimità. Obiettivo: garantire alle famiglie il giusto punto d’incontro qualificato tra domanda offerta.

Valorizzare e sostenere il lavoro di assistenza e cura svolto dalle assistenti familiari. E’ quanto prevede la legge approvata oggi all’unanimità dal Consiglio regionale, relatori Carlo Borghetti (Pd) e Maria Teresa Baldini (Gruppo Misto – Fuxia People).

Il «fenomeno» delle cosiddette badanti vede oggi in Lombardia operare 130 mila soggetti, numero che è destinato a crescere sempre più con gli anni con l’aumento delle fragilità. Per il 2015, infatti, in Lombardia si stima saranno circa 600 mila i non autosufficienti che necessiteranno di cure a attenzioni a domicilio.

«Con questo provvedimento – ha detto Maria Teresa Baldini - andiamo a regolare un settore nel quale oggi la confusione è totale. La ricerca di un assistente familiare infatti è lasciata al passaparola, così molto spesso nelle case dei nostri anziani finiscono persone che non sanno la lingua italiana e dunque non possono comunicare nel caso un’emergenza e magari anche non regolari».

«I punti più qualificanti di questa legge – ha spiegato l’altro relatore del provvedimento Carlo Borghetti – oltre a creare i profili degli assistenti familiari e modelli formativi che siano in grado di garantire prestazioni socio sanitarie di alto livello interviene sui servizi alla persona che eroga la rete di Regione Lombardia. Si tratta di dunque di una legge di settore importante, che oltretutto offre anche nuove occasioni di lavoro». Per il 2015, la norma finanziaria che accompagna il provvedimento prevede uno stanziamento di 700 mila euro.

Secondo la normativa, in caso di necessità ci si potrà rivolgere a sportelli di ascolto che valuteranno i bisogni, orientando la scelta verso il servizio assistenziale più idoneo, anche grazie alle informazioni disponibili in appositi Registri territoriali, vere e proprie banche dati sulle competenze, i percorsi di formazione e le disponibilità orarie degli assistenti familiari iscritti.

Una maggiore attenzione viene posta alla promozione delle competenze socio-assistenziali delle badanti. Per svolgere le mansioni di assistente familiare occorrerà essere maggiorenni, non avere condanne penali, essere in possesso di titoli di studio o di un percorso di formazione in campo assistenziale o sociosanitario riconosciuti nell‘Unione europea. Oppure – se provenienti da Paesi extra UE (Moldavia, Ucraina ad esempio) – bisognerà avere esperienze specifiche di almeno 12 mesi. Gli assistenti familiari iscritti nei Registri dovranno anche essere in possesso di nozioni di economia domestica e, se stranieri, aver superato il test di lingua italiana, di livello A2. Previsti, inoltre, percorsi di formazione professionale promossi dalla Regione.

L’Aula ha approvato un ordine del giorno presentato da Antonio Saggese (Lista Maroni) che già nei percorsi formativi chiede l’acquisizione di conoscenze e abilità degli assistenti su diversi aspetti di conoscenza sanitaria affinché siano in grado di dare risposte qualificate ai bisogni di cura nell’ottica di mantenere i soggetti nell’ambito della famiglia.

In discussione sono intervenuti Paola Macchi del Movimento 5 Stelle, Antonio Saggese (Lista Maroni), Santisi Saita (Lega Nord) e l’Assessore al Welfare Cristina Cantù. In tutti gli interventi è stato fatto notare che il provvedimento va a regolare un settore importante nell’assistenza, eliminando le distorsioni e i rischi, dando dignità alle badanti già formate e al tempo stesso garantendo alle famiglie lombarde il giusto punto d’incontro qualificato tra domanda offerta.

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