Audio e sagome speciali in Città Alta
Bergamo sotterranea, effetti speciali

Raccontare la storia vissuta dai monumenti. Il Comune di Bergamo ha chiesto di farlo all’Università, per i monumenti della «Bergamo sotterranea» e la Torre del Gombito. Al via un tour emozionante fatto di effetti speciali.

Raccontare la storia vissuta dai monumenti. Il Comune di Bergamo ha chiesto di farlo all’Università, per i monumenti della «Bergamo sotterranea» e la Torre del Gombito.

Martedì 3 giugno la presentazione dei nuovi itinerari realizzati in collaborazione con l’Ateneo, alla presenza del sindaco Franco Tentorio, la delegata al Turismo Roberta Garibaldi, l’assessore alle Attività produttive Enrica Foppa Pedretti, la consigliere delegata Unesco Luciana Frosio Roncalli e i tecnici di Palafrizzoni e Università.

Per favorire l’esplorazione della Bergamo sotterranea, sono state predisposte nuove brochure (già disponibili allo Iat), pannelli con Qr code e allestimenti specifici per ogni monumento. Tre i «luoghi del sottosuolo» da visitare: la cisterna del lantro e le cannoniere di San Giovanni e di San Michele.


La Torre del Gombito è stata dotata di un percorso audio che segna le quattro tappe più importanti della sua storia, a partire dalla sua costruzione, con il rumore degli scalpelli: «È un progetto coinvolgente per valorizzare ancora di più luoghi magici della nostra città – spiega Roberta Garibaldi, delegata al Turismo di Bergamo –. Un viaggio emozionante per riscoprire un patrimonio comune, offrendo stimoli nuovi ai turisti proponendo un percorso esperienziale, oltre che culturale. I pannelli esplicativi che sono stati posizionati nelle cannoniere e nella Torre di Gombito sono stati realizzati in alluminio, progettati da uno staff di architetti e scenografi secondo la tecnica dello story telling, basandosi su documenti dell’epoca».

Entrando nella Cannoniera di San Giovanni il visitatore è accolto da due sagome, «che rappresentano i bombardieri ritratti in una pubblicazione veneziana su Bergamo nel Seicento, persone che abitavano questo luogo», spiega Garibaldi.

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