«Baby internauti» state attenti:
il «nickname» non vi protegge

Akamai, azienda americana leader nell’offerta di servizi per l’erogazione ottimizzata e sicura di contenuti online, si è messa a disposizione di alcune scuole portando nelle classi esperti per parlare di «Social media e sicurezza online».

Akamai, azienda americana leader nell’offerta di servizi per l’erogazione ottimizzata e sicura di contenuti online, si è messa a disposizione di alcune scuole portando nelle classi esperti per parlare di «Social media e sicurezza online».

Di questi tempi, i rischi maggiori si corrono sui social network sempre più utilizzati anche dai ragazzini: «Ormai i ragazzini si iscrivono ai social già dagli 11 anni – spiega Buttiglione – ed è per questo che ci rivolgiamo a loro in queste lezioni perché sono utenti a tutti gli effetti ma probabilmente, psicologicamente parlando, non sono ancora pronti ad affrontare il web in modo maturo. Non vogliamo disincentivare i giovani a usare internet perché ormai è uno strumento fondamentale ma vogliamo tutelarli da chi utilizza internet per commettere reati: l’obiettivo è permettere a tutti di sfruttare le enormi potenzialità della rete ma in modo del tutto sicuro».

Ecco alcuni consigli preziosi: scegliere password elaborate, evitare di inviare o pubblicare foto private e non usare mai dati reali nelle chat. Bisogna anche tener presente che l’anonimato assoluto non esiste mai: possiamo limitare eventuali danni usando nickname, ma ci sarà sempre il modo per essere rintracciati. Tutto questo significa che bisogna sempre pensarci due volte prima di digitare una frase e pubblicarla sul proprio profilo, oppure prima di inviare una propria foto a qualcuno o cliccare su un tasto che ci appare apparentemente innocuo.

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