Basta domiciliari per i sei ultrà:
obbligo di firma dai carabinieri

Da mercoledì 28 gennaio i sei tifosi nerazzurri arrestati dopo gli scontri di Atalanta-Roma del 22 novembre scorso non sono più agli arresti domiciliari.

Il gip Ciro Iacomino ha accolto l’istanza di modifica della misura cautelare depositata mercoledì scorso dai difensori (Giovanni Adami, Andrea Pezzotta, Giovanni Radaelli, Federico Riva) e ha disposto per i sei ultrà l’obbligo di presentazione: ogni giorno, dalle 18,30 alle 19,30, dovranno bussare alla caserma dei carabinieri più vicina per firmare l’apposito registro.

Si tratta di Matteo Bonomi, 32 anni, di Nembro; Daniele Urgnani, 30, di Costa Mezzate; Luca Bonfanti, 20, di Bergamo; Fabrizio Pezzotta, 32, di Brembate; Michael Regazzoni, 26, di Valtorta e Federico Radaelli, 18, di Sorisole.

Il giudice ha recepito le motivazioni formulate dai legali. Nessun nuovo elemento è nel frattempo intervenuto: quello dei difensori è stato un ragionamento improntato soprattutto sulla capacità di delinquere dei sei ultrà (praticamente nulla, secondo gli avvocati). In sintesi, questo: sono giovani, non sono delinquenti abituali e hanno trascorso, tra carcere (20 giorni per 5 di loro) e arresti domiciliari, un tempo sufficiente per poter riflettere su quello che avrebbero combinato quella sera. Il condizionale è d’obbligo, perché loro continuano a dirsi estranei ai fatti.

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