Bergamasca, sabato da incubo
«Mai una criticità così elevata ed estesa»

L’abbiamo vista brutta ma l’abbiamo anche scampata. Bastava fare un salto (un tuffo...) in centro a Milano e dintorni.

Alberto Merati, dirigente della Protezione civile provinciale, conferma che una criticità così elevata (color fucsia, emergenza massima) e al contempo così diffusa, in Bergamasca non s’era mai vista. E Claudio Merati, capo della Ster - braccio operativo della Regione sulle questioni di tenuta idrogeologica del territorio - domenica dopo un giro di sopralluoghi dalla Valle Imagna al lago d’Endine insieme all’ingegner Michele Gargantini, ha concluso la giornata con la considerazione che non ci sono state vittime ed è già una buona cosa.

Però domenica, passata la tempesta, la conta di quel che ha lasciato sul campo era un elenco da far paura, ancora una volta dopo il libro nero di quest’estate. Ancora più paura, perchè nell’autunno di quest’estate ci sono state tante emergenze ma in gran parte concentrate in un territorio relativamente piccolo (il Cherio tra Gorlago e Trescore, la Val del Lujo, l’Isola, Villongo e il Basso Sebino...), mentre sabato sono stati messi in preallerta tutti i 4.000 volontari della Protezione civile della provincia, per dire che la bomba d’acqua poteva esplodere ovunque.

E, infatti, tra sabato e domenica in giro c’è stato un po’ di tutto: famiglie evacuate (Endine, Trescore, Brembilla), famiglie isolate (Berbenno), tre persone finite in senso letterale con l’acqua alla gola nel Grandone a Chignolo, strade chiuse un po’ ovunque, frane in ogni angolo della Bergamasca, incidenti e scontri causati dalle planate sui fiumi che scorrevano in strada, piccoli e grandi smottamenti, esondazioni (l’Adda ha invaso una cascina a Cassano e sei persone sono state portate in salvo con un gommone), allagamenti (il laghetto di Gaiano in Val Cavallina che in due/tre giorni ha triplicato la superficie).

A Brembilla, Berbenno, Endine e Trescore le situazioni più critiche, sono la Ster ha deciso per un finanziamento immediato di 250.000 euro complessivi per una serie di interventi di pronto intervento. A Trescore, dal versante ai piedi del castello dell’Aminella la terra è franata travolgendo il muro di contenimento di un caseggiato in costruzione, abbandonato da anni dopo il fallimento dell’impresa.

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