Bergamo, oggi lutto cittadino
Il sindaco Gori: avanti con il dialogo

Lutto cittadino oggi a Bergamo per commemorare le vittime di Parigi: la bandiera comunale è posta a mezz’asta per ricordare i giornalisti e i vignettisti di Charlie Hebdo e i poliziotti morti della strage compiuta da tre terroristi nella capitale francese.

La scritta «Je suis Charlie» in campo nero che da mercoledì mattina si è diffusa come un tam tam sui social in tutto il mondo, è comparsa anche sulla pagina Facebook del Comune. Oltre che nel verbale della giunta: «Preso atto della strage di Parigi ad opera di terroristi – si legge nel verbale – e sentiti i capigruppo consiliari, si proclama il lutto cittadino».

Una decisione bipartisan che ha trovato accordo tra tutte le componenti politiche e che esprime una partecipazione al dolore della Francia che è di tutta la città. «Bergamo – ha sottolineato il sindaco Giorgio Gori – è contro ogni forma di violenza, contro il fanatismo e l’intolleranza. La strage di Parigi è una tragedia che riguarda tutti e tocca il diritto fondamentale della libertà di espressione. Vorrei esprimere tutta la mia vicinanza al popolo francese e al sindaco di Parigi Anne Hidalgo in questo momento di grande dolore. Non dobbiamo ora cedere alla logica del “muro contro muro”, ma continuare a credere nei diritti che sono alla base della nostra società e lavorare per un futuro migliore fondato sul rispetto e la pacifica convivenza tra le persone».

Un appello quindi a non interrompere, come reazione all’eccidio, il dialogo tra culture, religioni, popoli differenti. Nella mattinata di giovedì il vicepresidente della Comunità islamica di Bergamo Mohamed Saleh ha manifestato «disdegno e rammarico per la brutale violenza contro la redazione del giornale francese». «La nostra posizione – ha continuato Saleh – è una ferma condanna per quanto accaduto, siamo contro qualsiasi violenza. Dimostriamo il nostro cordoglio e vicinanza alla vittime innocenti e ai loro cari e ci troviamo in perfetta sintonia con quanto espresso dalla nostra associazione madre Unione delle comunità Islamiche d’Italia (Ucoii, ndr)».

Oltre alla solidarietà nel dolore, alla vicinanza alle famiglie delle vittime, alla costernazione, c’è la preoccupazione che «molti milioni di musulmani in Francia ed in Europa subiscano l’ennesima ingiusta criminalizzazione». Il rischio di identificare ogni musulmano come nemico forse c’è anche nella nostra città. Il sindaco Gori ha apprezzato la presa di posizione della comunità islamica, e ha scritto chiaramente che «ognuno di noi è chiamato oggi, di fronte al sangue prodotto dall’intolleranza fanatica, a riconoscere la parte migliore del mondo musulmano, a garantirne i diritti e a rinnovare i termini dell’alleanza» tra la parte «sana» del mondo islamico e «la maggioranza del mondo cristiano che crede nel dialogo, nel rispetto reciproco e nella pacifica convivenza».

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