Bossetti, la difesa: «C’è un Ignoto2»
I Ris: è Ignoto1, profilo non trasferibile

La «discrepanza», come la chiama la difesa, tra il Dna mitocondriale, che non è risultato essere di Massimo Bossetti e quello nucleare, che invece appartiene al muratore di Mapello, ha fatto prepotentemente ingresso nell’aula della Corte d’assise del Tribunale di Bergamo in cui ha finito di deporre il comandante del Ris di Parma, Giampiero Lago.

L’ufficiale individuò il Dna di Ignoto1 (la comparazione di questo con quello di Bossetti sarà poi svolta da «organismi istituzionalmente diversi rispetto al Ris», ha precisato Lago) e svolse gli accertamenti sui frame tratti dalle telecamere di sorveglianza per confrontare il veicolo ripreso e quello di Bossetti, e le indagini sulle «sferette» di metallo e sulle fibre di tessuto trovate sul corpo della tredicenne.

Lago ha ribadito che «l’unico ad avere valenza identificativo di una persona» è il Dna nucleare e che il fatto che quello mitocondriale non abbia portato a risultati non inficia il risultato sul primo. Per gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini questo non basta: «Rimane una circostanza che necessita di una risposta scientifica». In sostanza, secondo loro, esiste un Ignoto2.

In chiusura è stato il giudice Antonella Bertoja a chiedere al colonnello: «Una traccia biologica si può trasferire?». La risposta: «Se ho una macchia ampia, oltretutto con una storia di degradazione, come quella dove è stato trovato Ignoto 1, che ci fa pensare a un quantitativo in origine ancor superiore, comprendiamo tutti che un trasferimento accidentale di Dna non è ipotizzabile».

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