Bossetti, martedì nuova decisione
Si discute l’istanza di scarcerazione

È previsto per la giornata di martedì 10 marzo il riesame dell’istanza di scarcerazione di Massimo Bossetti, consegnata lo scorso 20 febbraio dal suo avvocato Claudio Salvagni al tribunale del Riesame di Brescia: cinquanta pagine che dimostrerebbero, a suo dire, l’innocenza di Bossetti, in carcere dal 16 giugno scorso con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio.

«Sono fiducioso, anche se so bene che la battaglia sarà lunga. Per questo sono preparato anche a stare in carcere a lungo per dimostrare la mia innocenza, anche se serviranno più gradi di giudizio, in un percorso giudiziario lungo e tortuoso». Sono le parole che Massimo Bossetti aveva detto in quell’occasione al suo legale di fiducia.

La tesi di innocenza di Salvagni partono dalla traccia di tessuti dei sedili dell’Iveco Daily di Bossetti che, secondo la procura, sono stati ritrovati sui leggings di Yara. E sugli stessi abiti ci sarebbero anche microframmenti metallici compatibili con le polveri trovate sui sedili del furgone di Bossetti. «Vorrebbe dire che anche i tessuti hanno un loro dna - aveva già spiegato il legale -. Soltanto di fronte a questo sarei pronto a inchinarmi. Invece tessuti del genere si trovano su centinaia, anzi migliaia di furgoni, autobus e treni nel mondo». L’altro aspetto che scricchiola nell’accusa, secondo Salvagni, è la questione dei siti pedopornografici che Bossetti avrebbe visitato: «Si trattava soltanto di pop-up, vale a dire finestre che si aprono in automatico e che mostrano la stringa di indirizzi di siti web che Bossetti non ha però mai aperto – rileva il difensore –. Come si dimostra questo? È molto semplice. È sufficiente leggere questi indirizzi: contengono segni di interpunzione come “+” e “-” e quant’altro che nessuno, cercando qualcosa su Google, si sognerebbe di scrivere. Peraltro la ricerca sarebbe soltanto una e riguarderebbe le parole “ragazze tredicenni per sesso”: peccato che tutte le parole siano separate da dei trattini. Chi farebbe mai una ricerca del genere? Nessuno. Tutto il resto (dunque l’accesso a siti pornografici non con immagini di minorenni, ndr), non è invece illegale». Secondo la procura, invece, le ricerche e l’accesso a siti pedopornografici sarebbero la conferma di un’ossessione di Bossetti verso ragazzine dell’età di Yara.

Altro aspetto sul quale farà leva la difesa sarà la nota questione del dna mitocondriale: secondo Salvagni e i suoi periti, l’assenza di questo dna ereditato per linea esclusivamente materna sarebbe la prova dell’innocenza di Bossetti. Per la procura, invece, non conta il dna mitocondriale, bensì quello nucleare: e questa traccia genetica sui vestiti di Yara c’era eccome. Era quella inizialmente catalogata come «Ignoto 1» e che combacia quasi al 100% con il dna di Bossetti.

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