Cascina Ponchia e occupazione
Cronache dagli opposti emisferi

Da una parte i giovani del centrodestra a Palafrizzoni, passati da qualche mese dalla maggioranza all’opposizione, dall’altra gli occupanti della Cascina Ponchia al Monterosso. I primi che ne chiedono a gran voce lo sgombero, i secondi che rispondono per le rime. Sbeffeggiandoli.

«Da mesi la Cascina Ponchia, di proprietà comunale, è occupata abusivamente; tale Cascina è inserita nel piano delle alienazioni e valorizzazioni del Comune di Bergamo;all’interno di tale cascina si è insediato anche un “servizio bar” abusivo e senza alcuna autorizzazione; vengono somministrate bevande senza il rilascio di alcuna ricevuta e senza alcuna autorizzazione; i residenti hanno segnalato lo svolgersi di rave parties» scrivono Andrea Tremaglia, Davide De Rosa, Stefano Benigni e Alberto Ribolla.

«L’occupazione abusiva intralcia le procedure di alienazione dell’immobile» insistono i quattro, che chiedono al sindaco Gori «se non ritenga assolutamente inopportuno che, in un immobile di proprietà pubblica, si svolgano attività illecite, anche sotto il profilo sanitario e fiscale. Chiediamo quali interventi voglia porre in essere per contrastare l’occupazione abusiva della Cascina Ponchia e se non ritenga opportuno procedere con lo sgombero degli occupanti».

La risposta arriva a stretto giro di posta, firmata Kascina (rigorosamente con la K...) Popolare.

«Carissimi Ribolla, Tremaglia, Benigni e De Rosa.. È sempre bello svegliarsi la mattina e scoprire che qualcuno si ricorda di noi, pazzi occupanti organizzatori di “rave parties” e di “bar abusivi” arroccati lassù, in quella stupenda cascina di via Ponchia. È ancora più bello scoprire che chi parla di noi sono i medesimi che hanno approvato lo sgombero e la svendita della cascina nel lontano Consiglio comunale del 10 febbraio 2014». Quando 2 dei 4 erano in aula, Benigni e Tremaglia jr non erano stati invece ancora eletti.

«Se la matematica non è un’opinione, e la matematica non è un’opinione, avete avuto ben 118 giorni (dal 10 febbraio all’8 giugno, data di fine mandato) per sgomberarci e porre fine al traffico illecito di bevande alcoliche in Kascina, luogo ormai di contrabbando tra la Maresana ed il Parco Dei Colli presieduto da appositi mercenari da noi assoldati armati di kalashnikov e molotov. Ma perchè esporsi ulteriormente e andare a complicarsi la vita con uno sgombero in piena campagna elettorale? Avete fatto la vostra solita pagliacciata in Consiglio comunale e poi ve ne siete lavati le mani», incalza il Kollettivo.

Che ce ne ha anche per Gori, chiamato Giorgione come il Chinaglia d’antan... «Tanto ora c’è Giorgione e sta a lui fare il lavoro sporco, vero? Bravi, voi si che sapete fare politica, tant’è che ora siete sulle seggioline scomode di chi ha perso le elezioni e pretendete che chi è al comando debba fare quello che non avete avuto le palle di fare voi. Ma poi, parliamoci chiaro, noi non abbiamo mai visto un ladro urlare “al ladro!”, e la vostra dichiarazione “vengono somministrate bevande senza il rilascio di alcuna ricevuta e senza alcuna autorizzazione” sembra una puntata di Lupin che si lamenta di Margot».

Segue passaggio su rave e Faber De Andrè. «Per quanto concerne i “rave parties” se gli aperitivi musicali con chitarra acustica e tamburello si possono considerare dei rave parties allora si, siamo dei ravers. A dirla tutta abbiamo provato a ballare sotto chitarra (cercando di reinventare lo stile”sottocassa”) le canzoni del grande Fabrizio De Andrè ma è finita con un plettro negli occhi e gente impiccata tra le corde della chitarra, cosi siamo tornati allo standard “seduti ad ascoltare” gli artisti ospiti in cascina, quegli artisti che non hanno modo di esibirsi nei pettinati bar e discoteche di questa provincia ormai sempre più noiosa. Ci spiace ricordarvelo ma la Kascina resiste e il monte è rosso». Alla prossima...

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