Caso Fly Parking, Corte d’Appello:
2 assolti, condanne da 19 a 6 anni

Da oltre 19 anni di carcere 6 anni e tre mesi. È l’esito della sentenza della Corte d’Appello relativa al caso Fly Parking di Orio al Serio. Le condanne di primo grado erano state gravi per la pesantezza delle accuse.

Aver esercitato una serie di pressioni a partire dalla fine del 2011 - dalla gambizzazione del figlio del gestore a una serie di roghi dolosi - per far sì che uno dei parcheggi periferici dell’aeroporto (il «Fly parking», appunto) venisse ceduto e finisse nelle mani dei quattro imputati, ex dipendenti. Ora Gianluca Pellegrino, di Bergamo, e Achille Pagliuca, di Modragone sono stati assolti da tutte le accuse, Roberto Gotti, di Gazzaniga, è stato assolto dall’accusa di rapina, mentre lo stesso Gotti e Davide Pregnolato, di Bergamo, sono stati assolti dall’accusa di danneggiamento. Restano 3 anni e tre mesi a Gotti e 3 anni a Pregnolato per un altro danneggiamento.

Inizialmente le indagini presero considerazione l’ipotesi del racket e, quindi, la pista della malavita organizzata (viste le modalità degli attentati) per poi deviare, invece, verso una ricostruzione ben diversa: ex dipendenti che, perso il lavoro, avrebbero brigato per indurre la società di gestione a cedere l’attività nelle loro mani.

Per l’accusa il mandante delle intimidazioni era Giovanni Di Bartolomeo, 55 anni, di Brusaporto, che ha già patteggiato 4 anni a fine del 2013. Secondo quanto emerso a processo, la società Damasco, che allora gestiva il «Fly parking», nel novembre del 2011 non aveva rinnovato il contratto di fornitura del personale alla cooperativa per cui Di Bartolomeo lavorava. A quel punto l’uomo - in collaborazione con i presunti complici - avrebbe fatto di tutto per spingere la società a cedere l’attività.

Pagliuca era sospettato di essere l’uomo che il 1° dicembre 2011 aveva fatto irruzione al «Fly parking» e ferito a una gamba con un colpo di pistola Daniele Todisco, 35 anni, figlio dell’allora gestore del parcheggio. Il 1° luglio del 2012 il ramo d’azienda era stato ceduto alla «Gepark», società che già gestiva un altro parcheggio, il «Park to fly». Gli imputati avrebbero continuato con le intimidazioni per far saltare l’accordo e indurre i gestori a cedere l’attività.

Della gambizzazione di Todisco (rapina e lesioni sono le accuse) era accusato di essere l’ideatore e mandante Di Bartolomeo, mentre Gotti e Pellegrino per gli inquirenti avrebbero dato ospitalità a Pagliuca, ritenuto l’esecutore. Gotti e Pregnolato (presunto mandante Di Bartolomeo) avevano invece dovuto rispondere dell’incendio di una Seat Alambra al «Fly parking», ma anche di un ordigno incendiario scagliato contro l’ingresso del «Park to Fly» e di un rogo che (il giorno prima che anche il «Fly parking» venisse acquisito dalla «Gepark») distrusse 13 auto e ne danneggiò altre due.

Tutti erano stati riconosciuti colpevoli in primo grado: Gotti era condannato a 5 anni e 9 mesi, Pregnolato a 3 anni e 10 mesi, Pellegrino a 4 anni e 9 mesi e, infine, Pagliuca a 4 anni e 10 mesi di reclusione. Ma ora la Corte d’Appello ha deciso per due assoluzioni ridimensionando la pena per gli altri due condannati.

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