Da Zingonia in Siria tra i profughi:
«Basta, non si può far finta di niente»

Sono oltre due milioni e mezzi i profughi siriani che a causa della guerra hanno abbandonato il proprio Paese: uomini, donne, bambini che vivono in condizioni disperate nei campi profughi.

Sono oltre due milioni e mezzi i profughi siriani che a causa della guerra hanno abbandonato il proprio Paese: uomini, donne, bambini che vivono in condizioni disperate nei campi profughi. Di fronte a questa tragedia Arianna Martini ha deciso «di non guardare dall’altra parte» e di non mettersi il cuore in pace con qualche donazione. «Interrogandomi su che cosa potessi far concretamente, ho incontrato in rete Time4life, che mi ha permesso di operare direttamente in Siria».

L’associazione è stata fondata da Elena Fangareggi che di fronte al dramma di un amico siriano che ha dovuto lasciare Aleppo con la propria famiglia, ha deciso di impegnarsi raccogliendo donazioni di denaro, cibo, medicinali, abiti, giochi e beni di prima necessità da destinare in particolare ai bambini.

Così la 43enne bergamasca che vive a Zingonia e lavora come responsabile dell’ufficio esteri in un’azienda a Treviglio, ha deciso di partire: «Ho partecipato a due missioni, l’ultima a Pasqua (una terza a fine maggio, ndr). Stiamo via per 4-5 giorni, andiamo in Turchia e portiamo quanto raccolto nei campi che si trovano al confine con la Siria, in territorio siriano».

In particolare Arianna è stata al campo di Bab Al Salam, dove vivono 15 mila famiglie: «È impossibile raccontare cosa ho visto; da allora non sono più la stessa persona: questa esperienza ha cambiato profondamente la mia vita». Nella mente e nel cuore la donna ha volti e sguardi che non può dimenticare: «Mi ricordo di tutti, quando torni però qualcuno non c’è più: non sai esattamente dove sia finito, probabilmente è morto. Ho visto bambini mutilati, malati a cui manca tutto».

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