Dopo la mamma, gli studenti:
«Sui bus come sardine ogni giorno»

Dopo la mamma che scrive a L’Eco di Bergamo raccontando le sue disavventure sul pullman Atb, questa volta è una studentessa a scrivere la sua quotidiana disavventura. La sua e quella degli studenti che ogni giorno utilizzano i mezzi per andare a scuola.

Dopo la mamma che scrive a L’Eco di Bergamo raccontando le sue disavventure sul pullman Atb che ha portato lei e la prole in Città Alta domenica 26 gennaio, questa volta è una studentessa a scrivere la sua quotidiana disavventura. La sua e quella degli studenti che ogni giorno utilizzano i mezzi per andare a scuola.

«Ho letto con interesse le parole della lettrice che descrive la sua epopea per raggiungere Città Alta in bus di domenica - scrive la studentessa -. Condivido, ovviamente, lo stato d’animo della lettrice, ma vorrei sollecitarvi a interessarvi anche delle condizioni degli studenti che tutte le mattine, per necessità e non per svago, sono costretti ad essere stipati come sardine sugli autobus di linea».

E continua: «Di loro non parla nessuno: episodi di svenimenti nella ressa, di spintonate, cadute, di porte che si aprono improvvisamente. Per non parlare dell’insofferenza di chi studente non è e che taccia e accusa di maleducazione chi è costretto a portare uno zaino coi libri sull’autobus. E tutto questo si ripete tutti i giorno, da anni, allo stesso modo».

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