Estetiste, badanti e camerieri
I lavori che non conoscono crisi

Estetista, parrucchiere, colf, badante, cameriere e pony express in questi anni, sul piano dei grandi numeri, sono state le professioni anticrisi. Ma l’unico settore che ha avuto un exploit a tre cifre (+182,4%) è stato quello «portieri e custodi, vigilanti non armati».

Estetista, parrucchiere, colf, badante, cameriere e pony express in questi anni, sul piano dei grandi numeri, sono state le professioni anticrisi. Ma l’unico settore che ha avuto un exploit a tre cifre (+182,4%) è stato quello «portieri e custodi, vigilanti non armati».

Mentre ragionieri e muratori hanno vissuto un momento nero sul fronte dell’occupazione. I dati, elaborati dalla Cgia di Mestre nel periodo 2008-2013, parlano chiaro: estetisti, parrucchieri, colf e badanti hanno infatti registrato un aumento in termini assoluti pari a oltre 314 mila unità (+71,7%). Bene anche i camerieri, che seguono con un incremento di posti di lavoro pari a poco più di 251.500 (+31,5%), mentre i magazzinieri e i pony express siglano oltre 125.600 occupati in più (+43,2%).

La professione più «falcidiata» dalla crisi economica è stata quella dei ragionieri. A fronte di un calo di 441 mila unità, in termini percentuali la «caduta» è stata pesantissima: -40,1%. Esaminando la lista dei lavori scacciacrisi si incontrano «cuochi, baristi e ristoratori», con quasi 123.500 nuovi occupati (+14%), e le attività legate alla guardia e ai vigilanti non armati, con una variazione assoluta nel periodo preso in esame di +75.835 occupati. Nonostante l’incidenza in valore assoluto del settore sul totale dei lavoratori nel 2013 sia dello 0,5%, l’incremento percentuale è stato esponenziale: +182,4 %.

Da un punto di vista metodologico, rileva la Cgia, per garantire un’adeguata rappresentatività statistica sono state considerate le professioni con almeno 100 mila occupati che, tutte assieme, costituiscono oltre il 90% degli occupati in Italia. «Gli acconciatori e le estetiste - spiega Giuseppe Bortolussi, segretario Cgia - stanno conoscendo una profonda evoluzione professionale, dovuta, in particolare, alla scoperta di nuovi ambiti lavorativi racchiusi tra i campi dell’estetica e dell’immagine e quelli della salute. Negli ultimi tempi si è fatto strada un nuovo concetto del benessere, inteso come cura dello stato psico-fisico della persona. Grazie a ciò si è avuta una forte espansione del settore con delle ricadute occupazionali, soprattutto tra i giovani, del tutto inaspettate».

Per i lavori domestici, invece, è importante sottolineare come in questi ultimi anni di crisi le italiane siano ritornate a fare le colf e le badanti. «Nonostante il peso della componente straniera sfiori ancora l’80% del totale degli occupati in questo settore - prosegue -, tra il 2012 e il 2013 la presenza delle italiane è aumentata di quasi il 5%, mentre gli stranieri sono calati dell’8%». Sull’altro fronte, oltre alla caduta libera dei ragionieri, non è andata bene nemmeno agli imprenditori e agli amministratori delle piccole imprese che hanno visto ridursi la platea degli occupati di quasi 215 mila unità (-38,4%).

La crisi dell’edilizia ha «gettato sulla strada» anche moltissimi muratori, carpentieri e ponteggiatori. In termini assoluti si sono trovati senza un lavoro in oltre 177 mila (-24,7%). Male anche per artigiani e operai specializzati del legno, del tessile e dell’abbigliamento: il calo è stato di oltre 109 mila unità (-23,9%). Per «posatori», serramentisti, idraulici, «elettricisti» è stato registrato un calo di 100.244 unità tra il 2008 e il 2013.

Infine, a seguito dei tagli avvenuti in questi ultimi anni anche nel pubblico impiego, gli insegnanti delle scuole secondarie, gli uomini della polizia locale e di Stato, i Vigili del fuoco, i vigilantes privati hanno subìto una contrazione preoccupante.

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