Ex Riuniti e Montelungo, atto di forza
Minoranze fuori, ok della maggioranza

La maggioranza tira dritto. Dopo le schermaglie ravvicinate (in commissione) e a distanza (quelle sui giornali) tra maggioranza e opposizione, si chiarisce ciò che forse fin dall’inizio era chiaro.

E cioè che il protocollo d’intesa su ex Riuniti e Montelungo non può essere cambiato semplicemente perché modificandolo il castello costruito nei mesi scorsi dall’amministrazione comunale con Cassa depositi e prestiti, Università e Guardia di Finanza rischierebbe di crollare.Testo blindato, blindatissimo quello portato (e approvato senza il voto delle opposizioni che hanno abbandonato l’aula) dalla Giunta in Consiglio comunale nella serata di lunedì 23 febbraio.

Ed è proprio questo il punto contestato dalle minoranze. Come si fa - è il loro ragionamento - a portare in aula un documento del genere a dieci giorni dalla sua prima presentazione e con una sola settimana di tempo per valutarlo? Detto altrimenti: scarso coinvolgimento. O tradotto con le parole del capogruppo della Lista Tentorio, Danilo Minuti, anche «una buona dose di arroganza».

Da qui il tiraemolla sul rinvio che anche ieri sera è andato avanti per un paio d’ore. A chiederlo per primo, a nome delle minoranze (esclusi i rappresentanti di M5S), è l’ex sindaco Franco Tentorio: «Desideriamo partecipare a questo importante passaggio con spirito costruttivo - dice non appena la discussione ha inizio - per questo chiediamo di riportare il protocollo in commissione o a un tavolo istituito ad hoc. Sarebbe spiacevole che questa delibera passasse con un colpo della maggioranza». Cosa che invece avverrà puntualmente di lì a poco. «Non c’è spazio per aprire una discussione su questo documento - replica il sindaco Giorgio Gori - perché è il frutto di un negoziato difficilissimo concordato riga per riga, già approvato dal cda dell’Università e al vaglio di Cassa depositi e prestiti. Ci saranno altri momenti per apportare eventuali modifiche».

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