Foppa, Bonetti e il Palasport:
mancano prospettive di crescita

«Senza una nuova struttura che sostituisca l'obsoleto Palazzetto il progetto della Foppa per lo sport a Bergamo non ha più una prospettiva di crescita qui da noi». Così Luciano Bonetti, presidente del Volley Bergamo, replica all'assessore ai lavori pubblici, Saltarelli.

«Senza una nuova struttura che sostituisca l'obsoleto Palazzetto il progetto della Foppa per lo sport a Bergamo non ha più una prospettiva di crescita qui da noi». Così Luciano Bonetti, presidente del Volley Bergamo, replica all'assessore ai lavori pubblici Alessio Saltarelli.

Dovremo considerare - dice Bonetti in una lettera pubblicata sul sito della Foppa «alternative sul territorio di Bergamo o le molteplici proposte che ci pervengono da altre città italiane anche importanti».

Bonetti non si riferisce a Montichiari, proposte «determinate anche dai ritardi con cui Bergamo risponde». Un appello-denuncia il suo, ne quale scrive anche: «Amo Bergamo, la mia città, amo questo sport incredibile che unisce uomini, donne, ragazzi e ragazze di ogni età e che dà mille emozioni nell'arco di un breve lasso di tempo».

E in conclusione: «Vorrei continuare a riproporlo qui, in questa mia città. In una sede però moderna e adeguata alle nuove e sempre più difficili sfide, in una città piena di fascino e storia come questa in cui sono nato».

ECCO IL TESTO INTEGRALE DELLA SUA LETTERA
«Le dichiarazioni relative al Palazzetto rilasciate all'Eco di Bergamo dall'Assessore ai lavori pubblici Alessio Saltarelli mi hanno raggiunto a Catania proprio all'indomani dell'adrenalinica vittoria con Pesaro e poco prima della finale con Villa Cortese. La coincidenza ha voluto che per un attimo fossi costretto a staccarmi con lo sguardo da quella bellissima e moderna struttura che è il Palazzetto di Catania, nella quale già mi trovavo seduto in mezzo a 6000 spettatori entusiasti che occupavano ogni ordine e posto a sedere, per ritornare con la mente al nostro caro, ma ormai obsoleto ed inadeguato PalaNorda.
      
A mente fredda, ora, preso atto de visu di quanto scritto, non mi posso esimere da alcune considerazioni al riguardo che permetteranno all'Assessore e soprattutto all'opinione pubblica di trarne un giudizio motivato.

I lavori di cui si parla nell'articolo conseguono a impegni e delibere prese da tempo e risalenti alla precedente Amministrazione, che già era a conoscenza delle gravi carenze strutturali di un edificio ormai fatiscente e che in qualche modo pensava di tamponare le enormi falle con alcuni interventi, peraltro rinviati di anno in anno, ma ormai non più prorogabili come quello al tetto o ai servizi igienici e spogliatoi degli atleti.
   

La richiesta da noi fatta di mantenere la capienza ad almeno 2.400 posti ha sempre trovato la sua unica ragione nel numeroso pubblico bergamasco (ma molti tifosi arrivano anche da diverse altre città italiane) che ogni domenica segue con passione ed affetto la squadra e che spesso, anche recentemente, non ha avuto la possibilità di accedere all'interno per esaurimento dei posti a disposizione. Con lamentele e rabbia degli esclusi che spesso se la sono presa anche con la nostra Società del tutto incolpevole di tali disagi.

E' stato scritto di recente sullo stesso giornale da giornalisti di antica data ed esperienza, ma credo vada ricordato in ogni occasione: il nostro Palazzetto è nato nel 1965, mostra tutti i suoi anni in ogni parte dell'impianto. Dentro si sono realizzate magnifiche vittorie e grandi confronti sportivi con squadre  non solo  italiane, ma provenienti da molte città e Paesi europei: Mosca, Praga, Cannes, Istanbul e cosi via. Trasuda storia e leggenda da ogni poro, però è vecchio, inadeguato e non riutilizzabile con interventi di solo maquillage.

Se si vuole restare al vertice anche dopo i tanti trofei italiani ed europei vinti in questi quasi 20 anni, come è nostra ferma intenzione se ce ne viene data l'opportunità, non ha più senso continuare a parlare di un make-up, così come fare dichiarazioni estemporanee e prive di riscontri concreti.
Con una struttura come quella attuale, peraltro priva di parcheggi e spazi di realizzo, con misure perimetrali dei campi non regolamentari, impianti interni vetusti e non funzionali, senza possibilità di utilizzo e sfruttamento per attività collaterali e complementari non solo alla pallavolo, ma alle molte altre discipline sportive che lì potrebbero essere svolte, non si può pensare di mantenere il passo e restare competitivi e vincenti contro Società emergenti italiane ed europee che oltre a mezzi finanziari ingenti hanno a disposizione impianti incredibili, supermoderni e peraltro gratuiti per la maggior parte delle squadre nazionali di pallavolo.

Nel nostro DNA la competizione sportiva è sempre stata intesa come attività di partecipazione, valorizzazione e crescita delle capacità fisiche e mentali del gruppo e delle singole atlete, dalle più giovani alle più titolate, ma anche desiderio profondo di dare il meglio di tutti noi per raggiungere obiettivi di primato che possano inorgoglire non solo chi ne fa parte e tutti i tifosi che ci seguono ed hanno sempre interpretato in ogni Palazzetto nel modo corretto questo spirito, ma anche la città di Bergamo che abbiamo l'onere e l'onore di rappresentare ovunque andiamo e per il cui prestigio sportivo ci siamo sempre battuti in questi anni sui campi di tutta Europa.
Da anni alle Amministrazioni di Bergamo chiediamo di metterci a disposizione un moderno Palazzetto dello Sport, all'interno della città, riconoscendo a loro il compito dell'individuazione logistica dell'area, naturalmente adeguata alle nostre esigenze e a quelle delle altre attività sportive ad esso collegate.

E' sempre stato chiaro fin dall'inizio che, essendo il Volley un'attività senza fini di lucro, privo di entrate per diritti sportivi o cessione di atlete come avviene per il calcio e fonte quindi di soli costi sostenuti dagli sponsor, spesso anche appassionati, ci proponevamo di realizzare un Palazzetto come partner di un gruppo di lavoro la cui egida deve rimanere in capo all'Amministrazione, come sembra permettere la legge sportiva.
Negli anni successivi alla nostra richiesta, che risale ad almeno sei anni orsono, siamo stati sballottati dagli eventi in giro in varie aree della città e nell'ultimo anno sospesi in un “limbo decisionale “ connesso prima alla decisione di ricollocare il Parco dello Sport nella sua posizione primitiva, cioè alla Grumellina, e poi alla cessione dell'Atalanta.

Nel frattempo abbiamo anche realizzato, a nostre spese, il progetto del nuovo Palazzetto di cui l'Amministrazione è a conoscenza.
Riteniamo giusto al riguardo che sia necessario un partner importante per lo sviluppo del Parco e che il Gruppo Percassi, proprio per le specifiche competenze tecniche maturate, possa svolgere tale compito, ma ritengo che sia indispensabile, già in questa fase progettuale, tenere conto delle esigenze delle varie Società sportive che vi troveranno spazio e anche delle varie tifoserie, con le loro molteplici differenze comportamentali. La nostra, più silenziosa, ma non meno numerosa e meno importante per tutto il movimento sportivo bergamasco.

Di recente si è tenuto un'incontro fra l'Amministrazione e la Giunta per la presentazione del Progetto di massima del nuovo Stadio di calcio, richiesto dal Gruppo Percassi.

Siamo stati informati qualche giorno prima, ma non invitati, come è stato impropriamente dichiarato dall'Assessore Saltarelli.
L'educazione e il bon ton insegnano che si partecipa ad un incontro solo se invitati.

Avevo chiesto al sindaco, dottor Tentorio, di presentare, in quell'occasione, le esigenze della nostra società, che lui ben conosce, e che non ho dubbi lui abbia portato a termine.

Ci preme però precisare che, quando si parla di Parco dello Sport, s'intende uno spazio attrezzato con logica e ordine progettuale, condiviso in ogni fase, a partire dall'inizio, con i protagonisti futuri di quell'area. La nostra opinione rimane positiva sull'individuazione ed un Progetto comune che coinvolga una serie di attività sportive in un'unica area, pur mescolando sport e tifoserie dagli atteggiamenti molto differenti ed caratterizzati da spirito sportivo talora difforme. Ma nello stesso tempo siamo nella forte convinzione che senza Palazzetto non si possa chiamare più Parco dello Sport.

Se questo non è possibile, e senza una nuova struttura non è certamente immaginabile, un futuro per la Foppa ricco ancora di successi oltre che di una grande e entusiasta partecipazione dei nostri tifosi,    non abbiamo altra possibilità che riconoscere che  il nostro Progetto di Sport a Bergamo non ha più una prospettiva di crescita qui da noi, proprio perchè non è più realizzabile con lo stesso spirito con cui è stato alimentato e condotto finora da tutti noi, dirigenti, tecnici, atlete, tifosi.

E di conseguenza è nostro dovere prendere in considerazione o alternative sul territorio di Bergamo o le molteplici proposte che ci pervengono ad intervalli sempre più fitti da altre città italiane anche importanti  a noi vicine, non solo Montichiari come recentemente riproposto dai giornali sportivi italiani. Determinate, tali offerte, anche dai ritardi con cui Bergamo risponde.
Amo Bergamo, la mia città, amo questo sport incredibile che unisce uomini, donne, ragazzi e ragazze di ogni età e che dà mille emozioni nell'arco di un breve lasso di tempo.

Vorrei continuare a riproporlo qui, in questa mia città. In una sede però moderna e adeguata alle nuove e sempre più difficili sfide, in una città piena di fascino e storia come questa in cui sono nato.

Mi auguro che possa essere messo nelle condizioni di farlo in futuro».
ing. Luciano Bonetti
Presidente Volley Bergamo

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