Ghiacciai a rischio dopo l’estate rovente
Orobie, la disfatta del Trobio - Video

Un’estate con tanti escursionisti sulle montagne e nei rifugi delle Orobie grazie alla stagione particolarmente favorevole. Ma di tante belle giornate c’è il rovescio della medaglia, dai contorni preoccupanti: è la regressione dei ghiacciai alpini e, nel nostro caso, quelli orobici. La vedretta del Trobio, ultimo lembo glaciale oggi presente nella Bergamasca, non fa eccezione.

Collocata sui versanti nord del pizzo Tre Confini e monte Gleno, negli ultimi decenni ha subìto un deciso ridimensionamento visto che, all’inizio del secolo scorso, raggiungeva la strada che conduce al rifugio Barbellino. Nelle rilevazioni dell’ultimo decennio la vedretta ha registrato un discreto aumento solo nel 2014: alle abbondanti nevicate dell’inverno precedente aveva fatto da contrasto una stagione estiva caratterizzata da marcato maltempo e temperature ben inferiori alla media del periodo.

La parte più avanzata della massa glaciale, dodici mesi fa, aveva infatti registrato un’estensione di oltre trenta metri a fronte di un aumento dello spessore di circa due. Dalle rilevazioni effettuate nei giorni scorsi, e dal confronto con le fotografie scattate lo scorso anno, appare purtroppo palese un maggiore affioramento della massa rocciosa come conseguenza di una riduzione dello spessore del ghiaccio valutabile in circa tre metri.

Questo dato conferma che l’estate appena trascorsa ha portato allo scioglimento di tutta la neve accumulata durante l’inverno oltre a quella avuta «a credito» dall’anno precedente. Il quantitativo che cadrà nei prossimi inverni e le temperature medie che si registreranno nel periodo estivo saranno quindi i due fattori determinanti che concorreranno alla conservazione o scomparsa della vedretta del Trobio, ultimo ghiacciaio perenne presente oggi sulle montagne bergamasche.

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