Giù dal balcone dopo il rimprovero
Migliora il ragazzino di 13 anni

La ripresa fisica, minima, lenta come deve essere dopo un volo da oltre 10 metri, fratture varie e la milza asportata, comunque c’è: resta in terapia intensiva pediatrica all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo il tredicenne che sabato s’è lanciato dal balcone al quarto piano della sua abitazione.

La ripresa fisica, minima, lenta come deve essere dopo un volo da oltre 10 metri, fratture varie e la milza asportata, comunque c’è: resta in terapia intensiva pediatrica all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo il tredicenne che sabato s’è lanciato dal balcone al quarto piano della sua abitazione, dopo il rimprovero del padre per lo scarso rendimento scolastico a cui era seguito uno scatto d’ira del genitore che aveva danneggiato la sua amata playstation.

È cosciente e vigile, nel suo letto tra le apparecchiature che controllano le sue funzioni vitali. Il papà, raccontano gli intimi, non si dà pace sulla tragedia sfiorata, dopo quel rimprovero che mai avrebbe immaginato potesse scatenare una reazione simile.

Eppure, nonostante il dramma, il filo del legame tra padre e figlio, che poteva sembrare interrotto, si sta ricucendo: sembrano essersi ritrovati. L’uomo, che è un funzionario d’azienda, in questi giorni non lascia il capezzale del ragazzino.

Non è tutto perduto, spiega il psicologo: la strada da fare per ritrovare il legame tra padre e figlio, è complicata, ma può essere l’avvio di una relazione ancora più profonda. Antonio Mazzucco, psicologo, direttore del Consultorio Scarpellini spiega che le situazioni drammatiche possono essere occasioni di crescite positive.

Chissà quanti genitori e quanti figli si interrogheranno: poteva succedere anche a noi?

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