Goffetti, il veterano dei pendolari:
I miei trucchi per sopravvivere in treno

Parla Dante Goffetti , 65 anni, veterano dei pendolari bergamaschi: ha cominciato a viaggiare in treno da Bergamo a Milano nell’autunno del 1998.

Goffetti per tutti è diventato un punto di riferimento all’interno del Comitato che riunisce i viaggiatori orobici. Da allora il mondo intero è cambiato, ma non per i pendolari, che devono quotidianamente far fronte agli stessi problemi: scarsa pulizia, aria condizionata malfunzionante, ritardi, sovraffollamento, treni vetusti.

L’Eco di Bergamo lo ha intervistato.

Goffetti, la situazione dei pendolari bergamaschi ha visto qualche miglioramento in questi 16 anni?

«A cambiare sono state essenzialmente le infrastrutture, con il raddoppio della tratta Bergamo-Treviglio e il quadruplicamento della Milano-Treviglio. Ai vecchi tempi, invece, i treni si fermavano a Verdello e a Treviglio in attesa del cosiddetto “incrociante”: se quest’ultimo era in ritardo, a catena lo erano anche quelli provenienti da Bergamo. Queste novità hanno creato le condizioni per una maggiore puntualità».

Eppure i pendolari lamentano spesso ritardi...

«Trenord fa misurazioni lungo tutta la giornata, ma il pendolare guarda i suoi treni, ossia quelli della fascia mattutina e serale: nella fascia cosiddetta di “morbida”, sulla carta i treni viaggiano regolari, ma anche perché ce ne sono di meno. Il problema principale riguarda la capacità e il coordinamento delle rete ferroviaria: a Treviglio ci si immette in una linea dove passa un treno ogni cinque minuti, a Lambrate passano 800 treni al giorno».

Un consiglio per chi viaggia?

Un kit di sopravvivenza: libro, acqua, crackers.

L’intervista integrale su L’Eco di Bergamo del 4 ottobre 2014 e un’inchiesta sull’intermobilità orobica.

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