I genitori fermi da 2 mesi in Congo
Vietato l’espatrio al bimbo adottivo

«Sarebbe un bellissimo regalo che tornassero tutti insieme prima di Natale. Purtroppo temo che non sarà così». Lucia Facchinetti tiene in mano le foto del bambino di 5 anni del Congo che suo figlio Antonio e la nuora Lara, entrambi di Brignano, hanno adottato.

«Sarebbe un bellissimo regalo che tornassero tutti insieme prima di Natale. Purtroppo temo che non sarà così». Lucia Facchinetti tiene in mano le foto del bambino di cinque anni del Congo (il nome preferisce non rivelarlo) che suo figlio Antonio Marioni, 42 anni, e la nuora Lara Bresciani, 41, entrambi di Brignano Gera d’Adda, hanno adottato.

I due fanno parte della ventina di coppie di genitori che ormai da diverse settimane sono bloccate nel Paese africano trovandosi, loro malgrado, al centro di un caso internazionale. A essere precisi, loro non sono bloccati: potrebbero tornare in Italia in qualsiasi momento. Chi invece non può lasciare il Paese, visto che la direzione generale delle migrazioni non concede il visto di uscita, è il bambino per il quale, circa tre anni fa, hanno dato il via al lungo procedimento per l’adozione.

«Ogni giorno li sentiamo via telefono - racconta Lucia Facchinetti - e loro ci dicono che da lì, senza il loro bambino, non vogliono assolutamente andarsene». Lo stress psicologico però, per entrambi, inizia a farsi sentire, eccome. Antonio e Lara sono partiti per Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo, il 29 ottobre.

A settembre il governo congolese aveva bloccato le adozioni internazionali per un anno, per verifiche. Successivamente era però sembrato che il divieto potesse essere derogato per quelle adozioni per le quali il relativo dossier era stato completato prima di settembre. Purtroppo non è stato così. E dover lasciare lì il bambino sarebbe una cosa tragica per tutti quanti.

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