I tre giorni di BergamoIncontra
La domanda: come si fa a vivere?

«Come si fa a vivere?» è la domanda che è stata al centro dei tre giorni di BergamoIncontra, la manifestazione promossa dall’Associazione Bergamo Incontra che si è chiusa domenica sera 6 luglio sul Sentierone, nel centro della città di Bergamo.

«Come si fa a vivere?» è la domanda che è stata al centro dei tre giorni di BergamoIncontra, la manifestazione promossa dall’Associazione Bergamo Incontra che si è chiusa domenica sera 6 luglio sul Sentierone, nel centro della città di Bergamo.

Tre giorni per scoprire che «Come si fa a vivere?» è una domanda che non può e non deve essere lasciata sotto traccia, ma che - seppur impegnativa - interroga, non lascia indifferenti e chiede a ciascuno una risposta. E nel corso dei tre giorni le risposte sono state numerose, anche molto diverse le une dalle altre, frutto dell’esperienza e del cammino di ognuno.

Il cuore della proposta culturale di BergamoIncontra ha interrogato tutti coloro che da venerdì a domenica si sono fermati davanti a una delle due mostre, hanno ascoltato uno dei quindici incontri proposti, hanno visitato la libreria e lo spazio dedicato alle Opere nate dal carisma di monsignor Luigi Giussani, fondatore del Movimento di Comunione e Liberazione da cui BergamoIncontra è nata, hanno gustato le proposte della ristorazione e fatto giocare i figli nello spazio dedicato ai più piccoli.

Sono stati tre giorni di vita che hanno interrogato tutti sulle domande più profonde che accomunano

l’uomo, tanto da fare dire a uno dei visitatori della mostra che ha preso il titolo della manifestazione

«le domande che ho dentro sono vere», ad una signora dalla storia personale travagliata arrivata a

Bergamo dalla Nigeria nigeriana «quella mostra racconta di me, l’avrei potuta scrivere io», ad una

coppia «è così raro sentire gente che suona e canta insieme così»; e ad invogliare tante persone che

hanno scoperto quasi per caso il programma della manifestazione a passare tutta una giornata

seguendo un incontro dopo l’altro «per il livello culturale».

Sono solo pochi esempi che permettono di dire che la domanda che BergamoIncontra 2014 si è posta è difficile ma nello stesso tempo coinvolgente e chiede a ciascuno una risposta; è una domanda che, se presa sul serio, può arrivare a suscitare una grande gratitudine e a commuovere, come è successo ad uno dei relatori.

«Siamo felicissimi dell’esito della manifestazione - spiega il presidente dell’Associazione Bergamo

Incontra Tommaso Minola - che ci consegna un format di dialogo con e per la città che ci sembra

adeguato; riflettere sulla propria esperienza e condividerla con gli altri sembra rispondere davvero

a un’esigenza dell’uomo moderno, del cittadino di oggi. Siamo grati nei confronti di tutti quanti

hanno raccolto la nostra proposta, e hanno sentito BergamoIncontra come loro, come casa

propria: relatori, associazioni coinvolte, istituzioni, sponsor; tutti hanno contribuito a rendere

efficace la proposta e a fare intuire - innanzitutto a noi volontari e proponenti - che davvero la vita

nostra, di tutti, è qualcosa di più grande di quello che noi stessi, spesso, pensiamo».

Il percorso compiuto da BergamoIncontra in questi sette anni evidenzia che la manifestazione sta

crescendo sotto diversi aspetti, non solo per quanto riguarda il numero dei visitatori e dei volontari

che vi lavorano (oltre 100), ma anche e soprattutto per i rapporti che si stanno creando tra le diverse

realtà della città, alcune delle quali quest’anno a BergamoIncontra hanno trovato spazio. Ma si

avverte, grazie all’amicizia sempre più stretta tra chi ha a cuore la manifestazione, anche una

maggior libertà nel proporre e nell’offrire all’intera città temi e spunti di dialogo originali che

vogliono fare emergere tutta la grandezza del cuore dell’uomo e il suo ultimo desiderio di felicità e

di compimento

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