Il disoccupato di 40 anni ci riscrive
Tanti i commenti, ecco la sua risposta

Si firma Massimo, è un lettore di 44 anni rimasto senza lavoro, alle prese con un mercato che rifiuta gli over 40. Come lui. Moltissimi i commenti alla sua lettera, ora Massimo risponde e spiega perchè ha scritto quello sfogo.

«Gentile redazione.È con le lacrime agli occhi che vi scrivo, perché ho appena fatto scorrere le “opportunità” di lavoro presenti sui vari portali. L’umiliazione della perdita di lavoro a 44 anni, ad un anno e mezzo, si trasforma in frustrazione e impotenza nel dover vedere la propria esperienza sgretolarsi ogni giorno. Perché, per chi come me, oltre i 40 anni ha perso il posto di lavoro si trova le porte chiuse ovunque? Perché non si creano opportunità e leggi che avvantaggino chi deve mantenere i figli giovani e pagare il mutuo della propria casa? Perché non si capisce che è questo il problema prioritario da affrontare?».

Questa la lettera che aveva scritto e che in questi giorni è stata cliccatissima con numerosi commenti dei lettori. Un vero e proprio dibattito online a cui Massimo risponde così: «Ho 25 anni d’esperienza con ruoli organizzativi e legati al marketing/comunicazione. Non ho voluto scrivere le mie competenze poiché non era un colloquio bensì uno sfogo. Contro chi? Fondamentalmente non contro gli imprenditori, perlomeno la maggioranza. Contro il governo? Non per i motivi che qualcuno ha strumentalizzato nei commenti. Gli extracomunitari in questo c’entrano poco se non nulla. Non per egoismo ma, semplicemente, continuo ad essere convinto che il Job Act doveva privilegiare le assunzioni degli over 40, quelli che “mantengono” i giovani figli per farli studiare o farli cercare lavoro, quelli che hanno potere d’acquisto, che possono ancora muovere l’economia e dargli l’esperienza giusta per uscire da una situazione paradossale».

E continua: «È strano che a Bergamo non trovo lavoro come operaio? No, caro amico, non è strano, se non hai un curriculum da operaio, se vieni valutato da giovani di vent’anni improvvisati selezionatori delle agenzie, se il pregiudizio è che uno di 40 anni costa e ha delle pretese. Ricorda anche le umiliazioni a cui siamo costretti quando bussiamo alla porta delle aziende e trovi alla reception persone che ti trattano con superficialità, come fossimo appestati. L’unica pretesa che ho è riacquistare la mia dignità! Per il resto ho energia, esperienza e spirito di sacrificio che una buona parte di ventenni può solo immaginare. E, caro amico, se hai un lavoro per me o per le persone come me, non parlare, dacci la possibilità di dimostrare. Io, noi, la faccia la mettiamo».

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