Il no dei musulmani della Malpensata
«Non lasciamo la nostra moschea»

Chi frequenta gli spazi di va dei Cabrini non è intenzionato ad unirsi ai fedeli del centro culturale islamico di via Cenisio, che, in occasione del ramadan hanno allestito una tensostruttura alla Celadina. Palafrizzoni: «Nel caso di uso improprio degli spazi saremo inflessibili».

I musulmani dell’ex «moschea» allestita nell’ex fonderia Cortinovis alla Malpensata, non pregheranno al piazzale della Celadina, insieme ai fedeli del centro culturale islamico di via Cenisio, che, in occasione del ramadan che comincia sabato 28 giugno, hanno allestito (come l’anno scorso, a spese proprie) una tensostruttura.

I frequentatori del cortile di via dei Cabrini, non hanno accettato l’invito, fatto dal centro culturale di via Cenisio, di spostarsi alla Celadina. E probabilmente faranno altrettanto con l’ipotesi di occupare temporaneamente gli spazi di via Cenisio, inutilizzati perché i suoi frequentatori andranno a pregare nella tensostruttura.

«Non vogliamo spostarci da qui, il Comune deve darci uno spazio in zona, perché chi viene qui a pregare abita in centro. Andare altrove per noi è un problema, soprattutto durante il ramadan» spiegano da via dei Cabrini, dove venerdì in 200 si sono ritrovati a pregare. «Ma in caso di segnalazioni di utilizzo improprio dello stabile saremo costretti ad intervenire, saremo inflessibili» spiega da Palafrizzoni l’assessore Giacomo Angeloni. Che non lesina stoccate ai predecessori di centrodestra: «Ci troviamo in questa situazione perché nessuno l’ha mai voluta affrontare davvero».

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