Il prefetto dopo le restrizioni ai tifosi
«Deciderò a seconda della partita»

«D’intesa con le forze dell’ordine e con il sindaco effettuerò un’attenta analisi di ciascuna competizione sportiva e, di volta in volta, già a partire dalla prossima settimana, valuterò il da farsi e prenderò una decisione».

Com’era immaginabile, il prefetto Francesca Ferrandino, da venerdì 28 novembre caricata direttamente dal ministero dell’Interno della responsabilità di disporre restrizioni ai tifosi durante le partite dell’Atalanta al Comunale, spiega che valuterà le varie situazioni, in stretta sinergia con polizia e carabinieri e con l’amministrazione comunale.

Questo a partire dal primo incontro che l’Atalanta ha in programma in casa, vale a dire la partita con il Cesena in calendario per domenica prossima, 7 dicembre, alle 15. Il prefetto avrà la facoltà di decidere se vietare la vendita dei biglietti per uno o più settori dello stadio e a chi non dispone della tessera del tifoso, e potrà anche stabilire la sospensione del carnet di biglietti rilasciati a chi non ha la «Dea Card», la tessera del tifoso nerazzurro. Un provvedimento, quest’ultimo, che potrebbe interessare, secondo quanto disposto dal Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive, esclusivamente la Curva Nord.

Tra le autorità che il prefetto Ferrandino ha annunciato di voler coinvolgere nelle decisioni c’è il primo cittadino Giorgio Gori, che dichiara di aver accolto positivamente la decisione di affidare proprio al prefetto gli strumenti per prevenire i rischi. Sottolineando che si tratta, però, di «un provvedimento con luci e ombre» e annunciando di non volerla far passare liscia ai violenti: «Stiamo valutando di costituirci parte civile».

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