Il vescovo Malvestiti abbraccia Lodi
«Sono padre, pastore e fratello»

Il silenzio delle vie di Lodi è rotto dalla voce di alcuni giovani che cantano Emmanuel, l’inno ufficiale della Gmg di Roma 2000. Manca poco all’ingresso del nuovo vescovo Maurizio Malvestiti in città e il canto risuona come nell’abside di una cattedrale.

Si respira aria di attesa. Pian piano, piazza San Lorenzo si riempie. Arrivano i ragazzi degli oratori. Esuberanti e gioiosi. Il brusio diventa presto un solo coro: «Maurizio, Maurizio». La piazza si trasforma in uno stadio quando il vescovo viene annunciato dalle staffette in moto della polizia. Quando scende dall’auto, un’onda festosa investe monsignor Malvestiti. È subito feeling tra il vescovo e i ragazzi degli oratori.

Malvestiti entra subito nel cuore dei ragazzi quando il suo discorso quasi si trasforma in uno show. Il vescovo racconta un episodio di Giovanni Paolo II quando a Roma incontrò i ragazzi di una parrocchia. E lo fa imitando l’accento polacco del pontefice: «Mi guardo attorno e vedo la primavera che siete voi. Anche qui a Lodi, nonostante sia autunno vedo la primavera». Applausi scroscianti che non si fermeranno lungo il tragitto verso il tempio dell’Incoronata.

L’affetto ricevuto nelle strade nel suo primo giorno da vescovo, monsignor Maurizio Malvestiti l’ha restituito a cuore aperto nella cattedrale durante l’omelia della sua prima Messa (concelebrata con il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le chiese orientali): «Sono padre e pastore, ma mi sento fratello, sempre e soltanto debitore con voi della misericordia del Crocifisso».

Un commosso saluto monsignor Malvestiti l’ha rivolto anche alla sua terra bergamasca, rappresentata dal vescovo Francesco Beschi, dal vescovo ausiliare emerito Lino Belotti, dall’arcivescovo emerito Gaetano Bonicelli, dai suoi compagni di Messa, dai famigliari e dai concittadini di Marne: «Sono figlio della Chiesa di Sant’Alessandro e oggi il vescovo di Bergamo mi ha accompagnato tra voi. Rinnovo di cuore il mio grazie alla chiesa che mi ha generato e al sollecito pastore che la guida».

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