La crisi morde, il Milan soffre
ma Berlusconi vale ancora 6 miliardi

Se il parlamentare Silvio Berlusconi decade, il suo impero economico non scoppia di salute. L’esclusione del Cavaliere dal Senato (accolta senza reazioni in Borsa), coincide infatti con una fase complessa anche sul fronte imprenditoriale.

Se il parlamentare Silvio Berlusconi decade, il suo impero economico non scoppia di salute. L’esclusione del Cavaliere dal Senato (accolta senza reazioni in Borsa), coincide infatti con una fase complessa anche sul fronte imprenditoriale. Sia ben chiaro: quello di Berlusconi - che nel 2013 Forbes ha accreditato di una ricchezza personale di 6,2 miliardi di dollari - resta pur sempre un impero e il Cavaliere un uomo ricchissimo.

Ma, complice la crisi globale e le vicende giudiziarie e familiari, sul portafoglio personale di Berlusconi è però comparsa più di una smagliatura. Mediaset e Mondadori, hanno chiuso il 2012 in perdita per 287 e 167 milioni, contagiando anche la cassaforte Fininvest, uscita nel 2012 dai primi 20 gruppi italiani per fatturato. La holding resta solida, con un patrimonio di 2,4 miliardi e 200 milioni di liquidità in banca, ma è da due anni che non stacca il dividendo (compensato con la distribuzione di riserve). E il 2013, alla luce dell’andamento del mercato pubblicitario, non sarà l’anno della svolta.

Non bastasse, il mantenimento dell’ex moglie Veronica Lario costa al Cavaliere 1,4 milioni al mese (3 fino al mese scorso), ma soprattutto in estate è arrivata la tegola del Lodo Mondadori, con la condanna a pagare 494 milioni alla Cir dell’ ’arcinemicò Carlo De Benedetti. Cartina di tornasole di questa fase sono i risultati del Milan, in questa fase un pallido ricordo dello squadrone che tra gli anni ’80 e ’90 portò tanta gloria all’ex premier e tanti trofei nella bacheca di Via Turati.

Nel ventennio trascorso in politica, dalla discesa in campo nel 1994, il gruppo del Cavaliere, è comunque cresciuto arrivando a occupare oltre 20 mila persone. La ricchezza di Berlusconi, stimata in 1,5 miliardi di dollari da Forbes nel 1994, è arrivata a 12 miliardi nel 2005, quando il Cavaliere era l’uomo più ricco d’Italia e il 25/o al mondo. Da allora il patrimonio si è però sgonfiato e risulta inferiore a quello di altri 193 Paperoni nel mondo, di cui cinque italiani.

La galassia di Berlusconi, già prima dell’ingresso in politica, aveva il suo cuore in Fininvest, controllata con un sistema di holding (scese negli anni da 22 a 7) in cui Berlusconi ha fatto entrare con una quota del 7,65% ciascuno dei cinque figli. Nel suo portafoglio figurano le partecipazioni nelle tre quotate (il 41% di Mediaset, il 53% di Mondadori, il 36% di Mediolanum), il 100% del Milan, il 2% di Mediobanca più altri investimenti. La gran parte del patrimonio immobiliare, incluse le residenze più famose, da Villa San Martino ad Arcore a Villa Certosa in Sardegna, è invece custodito nella società Dolcedrago, di proprietà esclusiva del Cavaliere.

Nel 1994 all’interno di Fininvest c’erano già il Milan, Mondadori e le televisioni. Nel 1995 nacque la società di distribuzione cinematografica Medusa, nel 1996 Mediaset, in cui confluirono le tv e Publitalia, venne quotata in borsa, seguita a ruota da Mediolanum, società di risparmio gestito di cui è comproprietario Ennio Doris. Nel 1997, con Romano Prodi al governo, il gruppo diversificò comprando il 25% dell’emittente spagnola Telecinco (salirà al 50,1% nel 2003) e l’anno successivo vendette la Standa. La seconda grande acquisizione all’estero avverrà nel 2006 con i periodici francesi di Emap, anche in questo caso con Prodi al governo, seguita nel 2007 da quella di Endemol (che si chiuderà in perdita nel 2012).

Nel 2010 Mediaset «raddoppierà» in Spagna, il suo secondo grande mercato, con l’acquisto di Cuatro e del 22% di Digital+.

Tre anni prima era avvenuto l’ingresso nel Salotto Buono della finanza con l’adesione al patto di Mediobanca, officiata dal neo-presidente, Cesare Geronzi, il banchiere che nel 1993 aiutò la Fininvest, alle prese con problemi di liquidità, a rimettere in sesto i suoi conti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA