La Polaria di Orio smantella traffico
di immigrazione clandestina in 3 Paesi

Smantellato sodalizio criminale dedito al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con l’arresto di 22 cittadini stranieri in tre diversi Stati Membri Schengen.

L’Operazione «Foedus 46» - condotta dall’Ufficio di Polizia di Frontiera dell’aeroporto di Orio al Serio Bergamo - riguarda un’attività di Polizia transfrontaliera realizzata in attuazione dell’articolo 46 della Convenzione di applicazione dell’Accordo di Schengen tra le Polizie Europee di Frontiera che ha portato allo smantellamento di un sodalizio criminale dedito al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con conseguente arresto in tre diversi Stati Membri Schengen (Grecia-Svezia-Spagna) di 22 cittadini stranieri (egiziani, indiani, pachistani, siriani e romeni) e all’inibito espatrio dalla Grecia verso lo Spazio Comune Schengen (Italia-Spagna-Belgio-Germania-Svezia-Norvegia) di numerosi cittadini di Paesi Terzi, con falsa documentazione identificativa.

In aderenza a quanto stabilito dall’art. 46 della Convenzione Schengen che prevede che ogni Paese Contraente possa, tramite scambio di informazioni, prevenire, contrastare e reprimere reati o comportamenti che possono minacciare l’ordine o la sicurezza pubblica, nell’ottobre del 2014, l’Ufficio di Polizia di Frontiera di Orio al Serio Bergamo ha, implementando le risorse umane e tecnologiche della propria Risk Analysis Unit, dato avvio a un’attività di analisi investigativa di frontiera: focalizzando gli indici di ricerca sulle tratte aeree a «rischio» immigrazione clandestina, predisponendo dispositivi di sicurezza rinforzati sui voli «sensibili» alle frontiere interne e esterne e raccogliendo informazioni tramite profiling, interview e specimens su falsi documentali usati dai cittadini di Paesi Terzi nel tentativo di eludere le verifiche di frontiera.

L’impulso investigativo è stato provocato - nel corso delle numerose indagini locali relative a soggetti arrestati o indagati in materia di immigrazione clandestina - dall’analisi dei Pnr (Passenger Name Record) la quale rilevava una presenza ridondante di un indirizzo mail intestato a un’agenzia di viaggi con sede ad Atene e gestita, come di seguito è emerso, da un cittadino di nazionalità indiana. Il successivo incrocio, comparazione e confronto dei dati, ha permesso di appurare che quell’indirizzo di posta elettronica era comune a molte prenotazioni effettuate da decine di cittadini di Paesi Terzi (albanesi, egiziani, siriani, pachistani, somali, eritrei, romeni) i quali, nel corso dell’anno 2014, avevano tentato di entrare illegalmente in Italia e di muoversi in altri Paesi dello Spazio Schengen, con falsa documentazione identificativa.

Dall’accertata correlazione tra la mail e il transito di migranti in posizione irregolare, è scaturita una «cooperazione informativa» tra le Autorità di Polizia di Frontiera di diversi Stati Membri e una «collaborazione operativa» con la Direzione Centrale della Polizia Criminale attraverso l’esperto per la Sicurezza in Grecia-Scip (Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia Italiana).

L’operazione si è sviluppata in due fasi principali. Nella prima la Polaria di Orio al Serio Bergamo ha effettuato un minuzioso monitoraggio delle liste passeggeri, individuando tutti quei passeggeri che avevano «usufruito» dei servizi della(e) medesima Agenzia(e) e con la stessa(e) destinazione(i).

Nella fase operativa, la Polaria di Orio al Serio Bergamo, direttamente o per il tramite della Direzione Centrale della Polizia Criminale (SCIP) ha allertato «i punti di contatto» delle Polizie di Frontiera dei Paesi Membri che, di volta in volta, erano interessati dalla destinazione finale o dal transito dei passeggeri rientranti nel fenomeno.

Lo scambio di informazioni effettuato in tempo reale (prenotazione/imbarco) ha portato alla scoperta di un vasto traffico di migranti irregolari che, dalla Grecia, si dirigevano verso gli Stati dell’Unione Europea, soprattutto Italia, Svezia, Spagna, Belgio e Germania.

L’attività di contrasto all’immigrazione clandestina, realizzata senza costi ordinari di investigazione, avvalendosi esclusivamente degli «scambi informativi» realizzati «in tempo reale ha prodotto 22 arresti (15 in Grecia, 5 in Svezia e 2 in Spagna) nonché numerosi inibiti espatri di cittadini di Paesi terzi dalla Grecia verso lo Spazio Comune Schengen, perché i possesso di falsa documentazione.

L’operazione italiana «Foedus 46» ha coinvolto in Grecia, la Polizia Ellenica che con un’operazione connessa denominata «Daidalos», su impulso delle informazioni fornite dalla Polaria di Orio al Serio Bergamo e con il coordinamento dell’Ufficiale di Collegamento dello Scip, è riuscita ad inviduare ed arrestare (unitamente ad altre 14 persone) l’organizzatore del traffico, titolare dell’Agenzia di viaggi, ritenuto il «basista» del sodalizio criminale internazionale, un cittadino di origini indiane Singh Varinder Jeet.

Contesutalmente, la medesima attività informativa ha prodotto, in Svezia, cinque arresti (per favoreggiamento all’immigrazione clandestina: cittadini iracheni e siriani) nonché l’individuzione a Stoccolma di una «stamperia» in cui si produceva: «una grande quantità di documenti identificativi falsi e in cui sono stati rinvenuti strumenti tecnologi innovativi per la loro illecita produzione» (Niclas Larsen, Responsabile della Sezione Frodi di Stoccolma).

L’operazione italiana «Foedus 46» ha, altresì, coinvolto la Polizia di Frontiera dello Stato Membro Spagna che ha potuto trarre in arresto per favoreggiamento all’immigrazione clandestina anche due (2) cittadini albanesi (O. P ,e E. P.), soggetti del medesimo sodalizio criminale.

L’operazione italiana «Foedus 46» si è estesa anche agli Stati Membri Belgio e Germania che, in virtù dello stesso principio e in qualità di master/promotori, attraverso la segnalazione di partenze «sospette» dalle isole di Kos e Creta oltre che dalla capitale Atene e della città di Salonicco, dirette nel Territorio Nazionale ha permesso, sulla base di un veloce scambio di informazioni, di inibire la partenza dallo Stato Ellenico di almeno trenta (30) cittadini di Paesi Terzi irregolari (albanesi, siriani, eritrei, pachistani, afgani), ovvero, la denuncia in stato di libertà di quei passeggeri riusciti ad entrare nel Territorio Nazionale da questo scalo aereo (circa 53 riammessi in Grecia e 120 non espatriati ) con falsa documentazione identificativa (italiana, polacca, bulgara, francese, belga, danese, svedese e in genere degli Stati Ue) e con il sequestro di un centinaio di documenti contraffati, alterati o rubati in banco (da quella Polizia di Frontiera greca e dalla Polizia di Frontiera di Orio al Serio Bergamo).

L’attività info-investigativa, iniziata con «Foedus 46», è ancora in atto e strategicamente impostata per permetterne, in modo stabile, l’operatività quale strumento permanente di investigazione transfrontaliera, favorendo l’apertura di nuovi canali di scambio, anche con Paesi Extraschengen, come ad esempio Romania, Macedonia, Moldavia, Bulgaria e l’Albania, ritenuti hub strategici nel flusso dell’immigrazione clandestina dal Nord Africa e dall’Est Europeo e, pertanto, supportato dall’invio di Guest Officers Frontex in loco provenienti da quei Paesi Extraschengen e/o da quelli Europei (Lituania, Lettonia, Estonia, Svezia, Germania, Norvegia, Malta, Olanda) ovvero l’invio, da questa Polaria, di Guest Officers italiani in Bulgaria, Albania, Ucraina, Grecia e Polonia.

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