Le indagini sul giallo di Cene
Trovata una tanica nello chalet

È assolutamente certo che il rogo che ha distrutto il prezioso chalet abbarbicato sul monte Bò a Cene sia di origine dolosa. All’interno della villetta andata in fumo è stata trovata una tanica di solvente altamente infiammabile,.

I carabinieri di Clusone stanno lavorando senza sosta per cercare di scoprire chi è stato a dar fuoco allo chalet di lusso di proprietà di Gianfranco Gamba, l’imprenditore di Gazzaniga testimone chiave nell’inchiesta che vede indagato il sindaco di Valbondione ed ex direttore della filiale Private della Intesa Sanpaolo di Fiorano, Benvenuto Morandi.

I militari ieri mattina hanno avuto un lungo vertice in procura con il sostituto procuratore Maria Cristina Rota: gli inquirenti – come del resto appare scontato – hanno ben più di un sospetto che il rogo sia collegato in qualche modo all’inchiesta sui presunti milioni spariti dalla filiale di Fiorano diretta da Morandi: almeno dieci di questi milioni, secondo le prime stime, sarebbero stati infatti prelevati indebitamente proprio dai conti di Gianfranco Gamba, della moglie Mariuccia Pezzoli del gruppo Pezzoli di Gazzaniga (Texcene e Ricamificio Pezzoli) e della figlia Simona, per finire in buona parte sui conti della partecipata Sviluppo turistico Lizzola e della Mountain Security che ne controlla il pacchetto di maggioranza. E Gamba, con la sua denuncia che ha dato il via all’inchiesta della procura, è il principale accusatore di Morandi.

È assolutamente certo che il rogo che ha distrutto il prezioso chalet abbarbicato sul monte Bò a Cene sia di origine dolosa. All’interno della villetta andata in fumo è stata trovata una tanica di solvente altamente infiammabile, utilizzata per alimentare le fiamme. Due sono stati gli inneschi dell’incendio, uno dall’alto e uno dal basso. Una prima stima parla di un milione di euro di danni e chalet inagibile.

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