Le obliteratrici, queste sconosciute
In stazione è caccia al tesoro

Le obliteratrici in stazione a Bergamo? Serve organizzare una caccia al tesoro e se non sai che ce n’è solo una al primo binario rischi di fare una gran fatica o di perdere addirittura il treno.

«Era da qualche tempo che non prendevo il treno a Bergamo. Carica di borse e borsette mi sono diretta con il mio biglietto - acquistato due giorni prima - alla stazione. Non trovando più l’obliteratrice alla base della scala che scende ai binari, sono scesa a piedi e mi sono diretta al binario tre». Inizia così la lettera di una nostra lettrice che si domanda molto semplicemente: «Perchè le obliteratrici sono scomparse?»

«Alla base della scala che porta il binario nessuna obliteratrice - continua la lettera -, e non credo che saranno mai posizionate con le lastre di vetro iper-moderne che i progettisti hanno già fatto montare. Allora, a rigor di logica, ho pensato che potessero aver messo la macchinetta sul binario e quindi, sempre carica di borse e borsette, sono salita per le scale».

Per scoprire che di obliteratrici non ce ne sono...: «Mi faccio tutta il binario e già stremata, e con il terrore di perdere il treno, chiedo aiuto a un viaggiatore che mi segnala la presenza dell’obliteratrice solo in biglietteria e al primo binario».

La signora a questo punto ridiscende la prima rampa di scale: «Avrei preso volentieri l’ascensore ma c’era una signora con il passeggino e delle valigie ingombranti che già aspettava, e quindi ho tralasciato: sono corsa alle scale, le ho fatte e sono arrivata al primo binario - continua la lettera -.Poi sono ridiscesa e risalita». Una faticaccia, tra le valigie e «magari il fatto che non ho più 20anni incide... ma una cosa me la domando: cantiere o non cantiere, ma è possibile che non ci sia mai funzionalità in quello che si fa? Cosa me ne faccio di quattro obliteratrici in biglietteria? Trenitalia avrà pur pensato che c’è anche chi il biglietto se lo fa prima, considerando il livello delle code della mattina in stazione?».

E la lettera termina con ironia: «Per la cronaca: non ho visto un controllore in tutto il viaggio, così come negli altri tre treni cambiati in quella giornata; il vagone del Bergamo-Milano in cui sono incappata era un forno crematorio con 40 gradi di temperatura, per non parlare della sporcizia e dello stato vergognoso in cui si trovava la carrozza. Ma questa, ahimè, non è più una notizia».

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