Legambiente all’autorità di Bacino del Po
«Lago d’Iseo allo stremo: aprite le dighe»

Legambiente scrive all’autorità di Bacino del Po e, visto che il lago d’Iseo è allo stremo, chiede che si aprano le dighe in montagna, dove - sostiene l’associazione - c’è sufficiente acqua per arrivare alla fine della stagione irrigua senza danneggiare il turismo e i residenti del lago.

In un comunicato Legambiente riassume la situazione: «Mancano una quindicina di centimetri al livello dell’acqua del Sebino per raggiungere il limite minimo di regolazione, mentre la pianura reclama acque per arrivare alla fine della stagione irrigua e limitare così i danni ai raccolti soprattutto di mais: la mancanza d’acqua però mette in ginocchio le sponde lacustre e i canneti, soprattutto nel basso lago, e danneggia la stagione turistica, costringendo i villeggianti a convivere con tappeti di alghe ed erbe lacustri che si accumulano e, complice il caldo, si decompongono provocando odori nauseanti, come denunciano i volontari del Cigno Verde del circolo basso Sebino. Una situazione desolante che fa a pugni con l’ottimismo delle analisi dell’Asl dello scorso mese».

«Ancora una volta nello scontro di interessi tra operatori lacustri e agricoltori della pianura - scrive Legambiente - a fare le spese sembra essere destinato il lago. Eppure l’acqua non manca del tutto, anche perchè, a differenza di altre annate siccitose, l’acqua è venuta meno

solo nei mesi estivi, mentre le precedenti stagioni hanno avuto precipitazioni quasi nella norma. Ed infatti gli invasi idroelettrici del bacino dell’Oglio trattengono ancora quasi 40 milioni di metri cubi d’acqua: quanto basterebbe a compensare l’attuale squilibrio tra afflussi e deflussi per almeno un mese, mettendo in sicurezza il lago ben oltre la fine della stagione irrigua».

« Appare perciò poco comprensibile - aggiungono dall’associazione - la decisione di concedere di far defluire dal lago più acqua di quella prevista dalla concessione, prevedendo che il livello del lago possa scendere di altri 25 cm rispetto all’attuale: la quantità di acqua rimediabile per l’agricoltura, infatti, sarebbe solo la metà di quella ottenibile da un progressivo svuotamento degli invasi idroelettrici. Senza contare che probabilmente, viste le previsioni meteo per il week end, potrebbe non essere nemmeno necessario, dal momento che le piogge attese già da domenica potrebbero interrompere il lungo periodo di siccità estiva».

E la lettera inviata a firma del presidente regionale di Legambiente, Damiano Di Simine, conclude: «Chiediamo che la cabina di regia istituita per la gestione della crisi idrica nel bacino del Po riveda la sua posizione in merito alla riduzione dei livelli del lago d’Iseo, che costituirebbe un pessimo precedente, e disponga invece il rilascio di almeno 10 mc/sec in più da parte degli invasi montani, alleviando così la sofferenza del Sebino, almeno fintanto che le condizioni meteo non avranno ripristinato un sufficiente afflusso di acque al bacino dell’Oglio».

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