«Libri di testo, basta Far West»
Confesercenti: pratiche scorrette

Il Sindacato Italiano Librai Confesercenti di Bergamo punta il dito contro « una serie di pratiche scorrette che stanno seriamente mettendo a rischio la sopravvivenza di librerie e cartolibrerie e, di conseguenza, il loro insostituibile ruolo di presidio culturale».

Il Sindacato Italiano Librai Confesercenti di Bergamo punta il dito contro « una serie di pratiche scorrette che stanno seriamente mettendo a rischio la sopravvivenza di librerie e cartolibrerie e, di conseguenza, il loro insostituibile ruolo di presidio culturale».

I punti vendita nella nostra provincia in cui si vendono libri sono passati dalle 450 unità circa del 1989 ai poco più di 160 oggi.

Tra i principali motivi di questo crollo, per Confesercenti «c’è proprio il sistematico ricorso a metodi di approvvigionamento che sfociano nell’illegalità».

In un documento il Sindacato afferma: «Nel corso degli ultimi anni abbiamo raccolto una corposa documentazione riguardante tante situazioni di vendite illecite di libri di testo all’interno degli istituti scolastici, vendite effettuate sempre in spregio della libera concorrenza e delle normative fiscali. La casistica è quanto mai assortita: insegnanti che raccolgono denaro nelle classi per occuparsi in prima persona degli acquisti, altri che indicano oralmente o per iscritto il fornitore presso il quale recarsi (quasi sempre il rappresentante di zona della casa editrice di turno, che nemmeno dovrebbe vendere al pubblico), veri e propri mercatini all’interno delle scuole con tanto di occupazione di personale improvvisato e non denunciato, concessione di locali scolastici per finalità commerciali».

«Abbiamo iniziato ad intervenire con lettere di richiamo inviate a qualche istituto scolastico, volendo riconoscere la buona fede, ritenendo che il dirigente scolastico (che ha l’onere di vigilare) ne fosse all’oscuro - prosegue la nota -. Abbiamo ricevuto in alcuni casi le scuse e le rassicurazioni per il futuro, in alcuni casi pure i ringraziamenti per aver segnalato il caso. Abbiamo però anche ricevuto risposte piccate e qualche minaccia di ricorrere alle vie legali per aver “leso la privacy”» .

«Nell’evidenza poi che le violazioni fossero formai diventate sistema, abbiamo chiesto chiarimenti direttamente al Direttore del Centro Servizi Amministrativi. Lo abbiamo fatto nell’ottobre scorso, manifestando alla dottoressa Patrizia Graziani la nostra indignazione e la nostra frustrazione, in aggiunta alla documentazione già citata La dottoressa Graziani, che desideriamo qui pubblicamente ringraziare per l’ascolto e la comprensione, ha potuto toccare con mano le situazioni, tanto da sentirsi in dovere di pubblicare una circolare che ha riconosciuto la fondatezza delle nostre rimostranze ed ha rimarcato che questi comportamenti non sono tollerabili».

«In particolare la circolare ha precisato che non sono ammesse raccolte di denaro nelle classi, che non è ammesso indicare agli studenti dove rifornirsi per i testi indicati e che non è possibile concedere i locali scolastici a nessuno (anche alle librerie) per lo svolgimento di attività commerciale ma solo per svolgimento di attività culturali (D.Lgs 297/94 e D.M. 44/01)».

«Il Dirigente scolastico provinciale - aggiunge la denuncia di Confeserenti - ci ha invitati a segnalare puntualmente al suo ufficio qualsiasi altra violazione, indicando che tutte queste situazioni sono soggette, per quanto di sua competenza, ad azione disciplinare nei confronti dei docenti e di quei dirigenti scolastici che non vigilassero al riguardo. Abbiamo anche sottoposto lo stesso dossier alla Guardia di Finanza di Bergamo, che ci ha invitato a proseguire nelle segnalazioni. Dopo la suddetta circolare, il nostro Sindacato ha nuovamente ricordato nel mese di febbraio scorso a tutti gli Istituti Scolastici della provincia che era nostra intenzione far rispettare con ogni mezzo i chiarimenti fin qui descritti».

«Purtroppo però, all’approssimarsi del termine dell’anno scolastico e con la partenza della nuova campagna scolastica, si sono ripresentati puntualmente e se possibile con maggior costanza e numerosità gli stessi problemi. Perciò, nelle ultime settimane, abbiamo inviato all’attenzione dei rispettivi dirigenti scolastici, del Centro Servizi Amministrativi, della Guardia di Finanza e degli Assessorati al Commercio dei vari comuni interessati un buon numero di segnalazioni riguardanti nuove irregolarità. Non è cambiato nulla, insomma. Ancora una volta, ci sono insegnanti che raccolgono denaro, che indicano dove rifornirsi, e mercatini di libri organizzati nelle scuole. In questi casi poi, molto spesso l’attività commerciale è svolta da comitati vari, a volte legalmente costituiti ma non autorizzati a svolgere attività commerciale, a volte nemmeno formalmente costituiti».

«Ci rendiamo conto perfettamente che la spesa per l’istruzione, soprattutto con questa forma di acquisto obbligato dei libri di testo, sia gravosa per le famiglie soprattutto in tempi di crisi come questi. Non vogliamo però pagare ancora noi, come librerie, le colpe che sono di altri. I prezzi dei libri di testo ed il loro costante aumento (ogni anno al 1° gennaio scatta concordemente tra gli editori un aumento di circa il 3% che di anno in anno si capitalizza) sono frutto delle dissennate politiche degli editori. Negli ultimi anni a questa dinamica si è aggiunta la costante erosione dei margini concessi alle librerie, che si aggirano oggi attorno al 16%».

«Tutte le contromisure prese dal consumatore in questi anni, che sfociano anche come abbiamo illustrato in pratiche illecite, finiscono per colpire solo ed unicamente le librerie e non gli editori.Perfino la vendita dei libri di testo nella Grande Distribuzione, in alcuni casi, avviene attraverso promozioni ai limiti della legalità.

Il nostro Sindacato, in tante occasioni, ha sottolineato come anche le misure prese dal MIUR, come la fissazione di tetti di spesa, il blocco delle adozioni (ora rimosso), il ricorso all’editoria elettronica, sarebbero stati solo dei palliativi inutili, come del resto si sono dimostrati. La risposta a queste situazioni non può certamente essere l’illegalità diffusa. Serve coraggio da parte della politica per scoprire e sanzionare le cattive pratiche: occorre colpire chi fa cartello e scardinare i tanti, troppi, abusi. E forse è anche il caso di ripensare il sistema della dotazione libraria per la scuola.Tutti questi temi, come altri riguardanti la diffusione del libro e della lettura - operazione impossibile se non si tutelano le librerie - saranno oggetti di un’audizione presso la VII Commissione Cultura della Camera nell’ambito dell’iter della proposta di legge Giordano».

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