Maroni dopo lo scandalo Mantovani
«A fine mese il nuovo vice presidente»

«Nomineremo entro fine mese il nuovo vice presidente e il nuovo assessore al Welfare, che in base alla riforma da poco entrata in vigore raggruppa le due precedenti deleghe alla Sanità e al Welfare. Faremo tutto entro la fine di ottobre». Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni dopo l’arresto di Mario Mantovani.

Il presidente della Regione ha incontrato i giornalisti a Palazzo Lombardia al termine dell’incontro con i consiglieri regionali della maggioranza. «Regione Lombardia - spiegano i componenti della maggioranza - ha sempre messo al centro della sua azione di governo la persona e i corpi intermedi in cui si articola la società, aprendo opportunità, esaltandone la libertà di scelta e riconoscendo loro il ruolo di assoluti protagonisti, in grado di fornire risposte adeguate ai propri bisogni in un orizzonte di piena sussidiarietà».

E aggiunge: «Sono molto soddisfatto dell’intesa raggiunta, non c’e’ alcun problema di equilibri all’interno della maggioranza, ma, anzi, un ricompattamento della coalizione. Questo mi fa pensare si possa proseguire con rinnovato slancio per tutto il resto della legislatura, fino al 2018, e, perchè no, anche in quella successiva».

«La coalizione di centrodestra guidata dal Governatore Roberto Maroni - si legge in un nota - inclusiva e allargata alle varie forme di partecipazione civica, ha saputo guidare la Lombardia in questa prima meta’ della legislatura in modo adeguato e ha dimostrato con la massima trasparenza amministrativa e con i risultati del proprio operato di lavorare per garantire risposte politiche e di buon governo di fronte alle grandi sfide dell’attuale contesto socio-economico».

«Per queste ragioni - conclude il documento - noi sottoscritti consiglieri regionali, unitamente alle forze politiche della maggioranza, confermiamo piena fiducia e ribadiamo pieno sostegno al presidente Maroni, alla sua Giunta e alla coalizione che compone questa maggioranza, impegnandoci a riproporla, valutando le condizioni politiche, nella composizione che oggi governa Regione Lombardia in ogni amministrazione lombarda quale efficace proposta politica e modello di buon governo».

Una nota politica che non è piaciuta ai grillini: «La fiducia a porte chiuse a Maroni è ridicola. Questa maggioranza non ha alcun diritto di autoassolversi, le responsabilità politiche del suo fallimento, prima di quelle penali, sono evidenti. Avevano promesso, con le scope in mano, una Lombardia diversa trasparente, legale e pulita, invece sembra di essere tornati alle tangentopoli di vent’anni fa. Fare un passo indietro per Maroni sarebbe il primo atto degno di nota nel suo mandato - scrivono -. Il fallimento della Giunta Maroni è sotto gli occhi di tutti, dalle inchieste di questi giorni, ai falsi annunci, alle promesse elettorali mai mantenute, alle nomine senza merito e alla Sanità che non è stata risanata».

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