Monella, visita della famiglia
«È smarrito, ma tiene duro»

«È speranzoso. Cosa altro potrebbe fare in questa situazione?». Egle Monella spalanca le braccia, esprimendo con questo gesto un misto di frustrazione, rassegnazione e incredulità per quanto sta accadendo. Suo marito Antonio Monella da lunedì mattina è in carcere.

«È speranzoso. Cosa altro potrebbe fare in questa situazione?». Egle Monella mentre pronuncia queste parole spalanca le braccia, esprimendo con questo gesto probabilmente un misto di frustrazione, rassegnazione e incredulità per quanto sta accadendo.

Suo marito Antonio Monella da lunedì mattina è in carcere a Bergamo per aver ucciso, sparandogli, un ladro mentre, otto anni fa, gli stava rubando il suv dalla sua abitazione di Arzago. Ieri mattina la donna, insieme al figlio Alberto di 26 anni, e alla figlia di 13, si è recata in via Gleno a trovarlo. «Come l’abbiamo visto? Tiene duro – afferma il figlio con orgoglio, ma anche con un po’ di preoccupazione – perché in fondo è solo un giorno che è dietro le sbarre. Speriamo che continui così e non si lasci andare».

Non si sa e non si può nemmeno prevedere quanto tempo l’imprenditore edile dovrà stare ancora in carcere. La sua condanna definitiva è di poco più di 6 anni. L’incognita sta nel quando la Presidenza della Repubblica si esprimerà sulla richiesta di grazia presentata sei mesi fa dagli avvocati dell’imprenditore edile. Questa richiesta è sostenuta dalla petizione promossa dal comitato civico Pro Monella e sottoscritta da 10 mila arzaghesi, più trecento sindaci, consiglieri comunali e parlamentari di Forza Italia, Lega nord e Scelta civica. Tutti loro sono rimasti molto delusi quando lunedì hanno appreso dell’incarcerazione del loro compaesano. Monella, al momento, si trova in carcere da solo, in cella nella sezione «nuovi arrivi» (accanto c’è quella di Massimo Bosetti, il presunto assassino di Yara Gambirasio che è, invece, in regime di isolamento).

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