Venerdì la Street Parade al Borgo
Tentorio e Gori divisi sui vigili

Borgo Santa Caterina sempre al centro del dibattito politico per via della movida a cui sono interessati molti giovani. Il gruppo Bergamo Street Parade ha organizzato per venerdì un corteo per far sentire la sua voce.

Borgo Santa Caterina sempre al centro del dibattito politico per via della movida a cui sono interessati molti giovani. Il gruppo Bergamo Street Parade ha organizzato per venerdì 9 maggio un corteo per far sentire la sua voce. Il corteo, che non avrà la forma della street parade, vedrà il raduno alle 20,30 davanti alla curva sud dello stadio comunale e da lì si muoverà verso Santa Caterina per rientrare verso le 23 allo stadio. Ecco il comunicato degli organizzatori di Bergamo Street Parade.

«In questo periodo elettorale si è parlato molto di Borgo Santa Caterina, del conflitto di esigenze tra residenti e frequentatori, del ruolo degli esercenti, di come la situazione specifica fosse sintomo di un problema cittadino. Si sono sentite le voci dei politici, quelle dei residenti e quelle degli esercenti. Si sono cercati accordi tra residenti ed esercenti con la mediazione dei politici, e tutto questo dibattito a colpi di incontri e articoli ha partorito il topolino: i locali di Borgo Santa Caterina si autolimiteranno chiudendo un pochino prima. Nessuno ha pensato di coinvolgere chi la via la vive e la frequenta, nessuno si è interrogato sulla natura del bisogno che spinge tanti giovani e meno giovani a vivere Borgo Santa Caterina».

«Per questo scendiamo in piazza venerdì 9 maggio 2014. Per far sentire la nostra voce, per lanciare un messaggio: non potete tagliarci fuori, la città è anche nostra e le decisioni sulla città le dovete prendere con noi, non sopra di noi. Scendiamo in piazza perché pensiamo che la questione di Borgo Santa Caterina possa essere affrontata con buon senso e diventare un’occasione di crescita e riflessione per la città e che il tutto non debba per forza concludersi con una mera trattativa sindacale sui minuti di apertura dei locali o in un conflitto simil-generazionale in cui i politici cercano di dare un colpo al cerchio e uno alla botte per non scontentare nessuno ma alla fine scontentano tutti».

«Come? Quello che vediamo in Borgo Santa Caterina è l’espressione di un bisogno. Il bisogno di vivere la propria città, di riappropriarsi degli spazi pubblici riportandoli al loro ruolo di luoghi d’incontro e di socialità. Questo avviene nelle forme moderne della socialità, quelle che appartengono alla nostra cultura, discutibili o meno, e che vedono nei bar un punto di riferimento forte».

«Questo è positivo. Soprattutto di fronte al deserto che regna nella nostra città, al di fuori di quella via. Non è solo questione di socialità ma diventa anche una questione di sicurezza (provate a fare due passi a mezzanotte in centro o in altri quartieri della nostra città e diteci se vi sentite più sicuri in una strada completamente deserta o nel trambusto della “movida”)».

«Inoltre, una città che ospita uno dei più grossi scali low cost europei, che sta cercando di lavorare sul turismo, non può pensare di puntare esclusivamente sui beni storici, sul passato della città, senza valorizzarne il presente. Ciò vuol dire arte contemporanea, artisti locali, nuove forme e modalità artistiche ma vuol dire anche sapere offrire vitalità, intrattenimento e mobilità anche dopo le 21».

«Il problema di Borgo Santa Caterina è che la via è messa in difficoltà dall’alta affluenza, la soluzione, più complessa, meno immediata ma vincente e di ampio respiro non è quella di trattare sugli orari di chiusura o di eliminare i venerdì del Borgo, che definiremmo più piccole toppe di facciata. La soluzione è moltiplicare i punti di ritrovo come Borgo Santa Caterina, andando a favorirne l’insediamento in zone magari meno problematiche».

«La prima che viene in mente è il centro città dove, in alcune aree, sono presenti quasi esclusivamente uffici. In questo modo anche Borgo Santa Caterina si decomprimerà, solo così la situazione si rasserenerà, solo così si creerà davvero, nel tempo, la cultura del vivere la propria città liberamente e con rispetto. Certo che non è sostenibile che tutta la città si riversi in un’unica via perché è uno dei rari luoghi in cui si trova un po’ di vita dopo il calar del sole. Chi pensa che la soluzione a questo sia la repressione e la limitazione del fenomeno ha uno sguardo miope. Un problema c’è ma chi governa la città ha il compito di elaborare soluzioni lungimiranti e virtuose, per tutti».

La movida di Borgo Santa Caterina ha tenuto banco all’incontro fra i candidati sindaci di Bergamo e gli studenti del liceo scientifico «Lorenzo Mascheroni», a due passi appunto dalla via dove si affacciano locali e bar, negli ultimi tempi oggetto di dibattiti e polemiche. Di questo e tanto altro ancora si è parlato tra Franco Tentorio, Giorgio Gori e Marcello Zenoni al dibattito moderato dalla giornalista de L’Eco di Bergamo, Susanna Pesenti,

«Borgo Santa Caterina è un quartiere in crisi - hanno detto gli studenti -, in bilico fra le centinaia di giovani che la invadono la sera e gli storici residenti abituati alla tranquillità della zona. Quali sono le soluzioni?». La ricetta Tentorio è basata sostanzialmente su un equilibrio cui devono tendere esercenti e residenti, facendo dunque appello alla moderazione, al buon senso, senza dover giungere a soluzioni estreme. Marcello Zenoni di fatto ha sostenuto la tesi che ha visto sottoscrivere il Movimento Cinque Stelle un accordo con i residenti per una chiusura «anticipata» dei locali. Infine Giorgio Gori ha chiesto una maggiore presenza dei tutori dell’ordine - «almeno un paio di vigili» - che in questo modo potrebbero sorvegliare la zona e costituire anche un deterrente per eventuali disordini o schiamazzi. A grandi linee, comunque, Gori e Tentorio, i due grandi rivali nella corsa a Palafrizzoni, sul tema Borgo Caterina hanno una visione abbastanza concorde.

Nel corso dell’incontro, i giovani hanno chiesto ai candidati il loro gruppo di appartenenza politica. E se per Zenoni e Gori non vi erano dubbi, Tentorio ha invece ribadito la sua scelta: «Non ho più la tessera di alcun partito». Si è parlato anche delle grandi aree dismesse, per tutti i candidati «da riqualificare», di Expo (per Tentorio c’è un’attenzione «troppo sbilanciata su Milano»), di mobilità e della stazione che secondo Tentorio «è un buon progetto», mentre per gli altri candidati è da bocciare.

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