Non ti curar di lor, ma guarda e passa
Un uomo a terra: la gente lo scavalca

«Lo hanno scavalcato, hanno cambiato strada. Sabato pomeriggio in una via di Bergamo, a due passi dal centro. Un uomo a terra, accanto a lui un compagno di disperazione. Alle 15.30 di un pomeriggio di primavera». È il racconto di una mamma, racconto di disperazione e indifferenza.

«Lo hanno scavalcato, hanno cambiato strada. Sabato pomeriggio in una via di Bergamo, a due passi dal centro. Un uomo a terra, accanto a lui un compagno di disperazione. Alle 15.30 di un pomeriggio di primavera». È il racconto di una mamma, racconto di disperazione e indifferenza.

«”Mamma, quell’uomo è morto”. Me lo dice mio figlio di sei anni - prosegue il racconto - e io mi blocco. Chiedo aiuto. Ma nessuno si ferma. Sono uscita con i miei bambini, per una passeggiata nella mia città e me lo trovo di fronte. Ha la bava alla bocca, non riprende conoscenza. Il suo compagno non vuole che io chiami l’ambulanza, neppure la polizia. “Tanto poi si rialza”, mi dice».

«Ma io prendo il telefono e lui scappa. E intanto la gente cammina, guarda e se ne va. Si ferma solo un’altra donna, con un passeggino e un altro bambino. Due mamme tre bambini a guardare un uomo disteso a terra. Immobile, feroce nel dolore della solitudine».

«La gente non si ferma. Non interessa quello spettacolo che fa a pungi col pomeriggio di sole, con una città a misura di famiglie. E restiamo due mamme incredule e tre bambini stupiti. Di una scena che avevano visto solo in televisione. E non in una via di case e famiglie, di supermercati e negozi».

«“Grazie mamma, te lo dico io per lui”. Non capivo - racconta la mamma - cosa mio figlio volesse dire. Poi, nei suoi 6 anni di meraviglia, mi ha spiegato: “Grazie che hai aiutato questo signore che sta male. Tu ti sei fermata e hai chiamato aiuto. La gente camminava veloce e se ne va via”. Questa è la città dei nostri figli».

Lettera firmata

© RIPRODUZIONE RISERVATA