Numerosi colpi nella Bergamasca
Sgominata la banda dei bancomat

La loro specialità era far esplodere i bancomat usando il gas acetilene: la banda è stata sgominata dai carabinieri di Brescia che hanno arrestato quattro romeni, un albanese e due italiani, tutti residenti nel Bresciano.

Secondo gli investigatori sarebbero loro gli autori di decine di colpi nelle banche di Bergamo, Brescia e Cremona e di tre furti in appartamento, ma non solo: avrebbero pure progettato il sequestro di un imprenditore di Brandico, nel Bresciano. Nella nostra provincia hanno colpito l’11 settembre scorso a Pumenengo facendo saltare il bancomat della Banca di credito cooperativo di Calcio e Covo: un bottino che ha fruttato 4.900 euro.

Il pm li crede responsabili di altri tre colpi in Bergamasca, ma il gip che ha emesso le ordinanze di custodia non ha ritenuto che ci fossero elementi certi per attribuirli alla banda. Si tratta del tentato furto del 16 giugno a Cortenuova, sempre ai danni di una filiale della Banca di credito cooperativo di Calcio e Covo: in quel caso, però, nonostante il violento scoppio e i danni ingenti, il bancomat non si era aperto e i ladri erano scappati a mani vuote.

Altri due tentativi andati male nella notte del 24 giugno a Fontanella, dove era stato danneggiato un bancomat, e alla Banca Popolare di Bergamo di Pumenengo, dove i ladri erano fuggiti senza bottino dopo aver inserito il gas e fatto scattare l’allarme.

I carabinieri indagavano sulla banda da mesi: per il gip Paolo Mainardi avevano costituito un’associazione per delinquere finalizzata agli assalti «esplosivi» degli sportelli bancomat, ma anche ai furti in abitazione e di automobili. In tutto al sodalizio sono riconducibili 15 colpi agli sportelli automatici delle banche. Solo quattro, oltre ai porti d’arma, ai furti in casa, alle ricettazioni sono attribuibili individualmente ai singoli indagati.

Ad imporre un’accelerazione all’inchiesta, nel mese di settembre, il tentativo della banda di alzare l’asticella. Secondo quanto captato al telefono, attraverso i ricevitori gps e le intercettazioni ambientali, i sette stavano organizzando il sequestro lampo di un imprenditore di Brandico a scopo, evidentemente, di estorsione.

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 24 ottobre

© RIPRODUZIONE RISERVATA