Delitto Puppo, il pm: ergastolo per Bertola
La difesa: «Restituitelo alla sua famiglia»

Ultime e decisive battute del processo a carico di Fabio Bertola, accusato di essere il mandante dell’omicidio di Roberto Puppo, ammazzato in Brasile nel 2010.

Nella mattinata del 27 febbraio la requisitoria del pm: la pubblica accusa ha chiesto per l’architetto immobiliarista la condanna all’ergastolo, mentre per quanto concerne la parte civile la richiesta è di un milione di euro per ogni componente della famiglia Puppo, ovvero i due genitori e la sorella.

Nel pomeriggio ha preso la parola il difensore che, al termine di un’arringa durata quasi quattro ore, ha chiesto ai giudici di «restituire» Bertola alla sua famiglia, dalla quale, per la vicenda che lo vede coinvolto, «è stato lontano per troppo tempo».

Nelle mani di Fabio Bertola, accusato di aver fatto uccidere l’operaio 42enne di Osio Sotto per riscuotere le polizze vita, negli anni si sono contate (oltre a quelle dei dipendenti) polizze vita su otto persone. Ma l’architetto immobiliarista, nel suo interrogatorio, aveva sempre negato di sapere delle polizze (per un milione 250 mila euro) di cui erano beneficiari Alberto Mascheretti e Valentino Masin (entrambi hanno patteggiato per favoreggiamento) e la stessa moglie di Bertola. Aveva inoltre affermato che, alla notizia della morte di Puppo, «inizialmente sui giornali brasiliani si ipotizzava una rapina. E pensai a una rapina».

Ma sul posto c’era Vanubia Suarez Da Silva, ex fidanzata di Bertola, che avrebbe portato a termine il piano in Brasile, contattando un giovanissimo killer. La donna indicò poi Bertola come colui che le chiese di «spaventare» Puppo, e fu querelata dall’architetto. Era stato un fiume di parole Fabio Bertola nel rispondere all’interrogatorio. Le polizze sulla vita? Dopo un’esperienza negativa subita con la morte del padre (i debitori non volevano riconoscere alla vedova quanto dovuto), aveva iniziato a stipulare questo tipo di assicurazioni: «Io stesso mi prestai come garanzia assicuratoria in passato». Poi, la prima, sulla vita del suo socio e a seguire quelle per i debitori. Esclusi gli amici: per loro le polizze venivano stipulate solo in caso di viaggi. E Roberto Puppo, secondo questi criteri, doveva essergli amico, considerato che aveva un debito verso Bertola di circa 70 mila euro.

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