Poste, 65 uffici verso la chiusura
La Cisl lombarda si mobilita

Il piano di riorganizzazione nazionale, comunicato in questi giorni da Poste Italiane, prevede per la Lombardia la chiusura definitiva di 65 uffici postali e l’apertura a a giorni alterni per altri 120.

A livello nazionale sono 465 gli uffici destinati alla chiusura e 608 quelli che saranno razionalizzati. «Questo programma di interventi è riferito agli anni 2013/14, per cui ne potrebbero seguire altri in conseguenza del piano d’impresa 2015/2019 – afferma Giuseppe Marinaccio, segretario generale Cisl Poste Lombardia –. Non possiamo che esprimere tutta la nostra contrarietà e le nostre perplessità verso un progetto che penalizza fortemente parte del territorio lombardo con pesanti ricadute anche occupazionali».

«Per queste ragioni - aggiunge - abbiamo già inviato una lettera ai sindaci dei Comuni interessati nella nostra regione ed al presidente dell’Anci Lombardia, dichiarando tutta la nostra disponibilità ad affrontare assieme le problematiche evidenziate e le possibili azioni di intervento». «L’azienda da otto mesi è ferma, paralizzata – sottolinea Marinaccio -. La situazione, a fronte di piano d’impresa 2015 che si limita a sole enunciazioni, è diventata più insostenibile».

La Cisl elenca poi i problemi aperti: «Organici insufficienti che non consentono la corretta copertura delle postazioni di sportello, delle sale consulenza, dei corner di Poste Mobile e dei ruoli specialistici (sono circa 600 i lavoratori usciti nel 2013/14 in Lombardia per pensionamenti ed esodi incentivati – almeno altri 400 sono previsti per il 2015 - e circa 220 i part-time in attesa di passare al full-time); e poi «continui distacchi di personale da un ufficio all’altro per sopperire alle carenze di personale negli organici (centinaia di impiegati ogni giorno più molti direttori che restano da soli a presidiare l’attività di sportello venendo meno al loro ruolo); «decine di uffici improvvisamente chiusi con improbabili scuse (guasto tecnico) per mancanza di personale»; «strumenti di lavoro inadeguati, sistemi informatici spesso in tilt, dotazione degli uffici scarsa ed obsoleta».

E ancora: «Prolungamenti d’orario di lavoro spesso non retribuiti, convocazioni in azienda fuori orario, formazione con corsi non conformi e inadeguati alle reali necessità. La Cisl parla anche di «gestione inaccettabile delle ferie con obbligo mensile di giornate di ferie in luogo di una programmazione che tenga conto delle reali esigenze del lavoratore».

Poste Italiane in Lombardia ha un organico di circa 21.000 unità (di cui 10.000 circa in Banco Posta); circa 2.100 Uffici aperti al pubblico; 185 Interventi di chiusura o razionalizzazione (65 chiusure 120 razionalizzazioni) previsti dal piano 2013/2014; circa 600 dipendenti usciti 2013/2014 (pensionamenti/esodi incentivati); 400 (previsione 2015) pensionamenti ed esodi incentivati; circa 220 dipendenti part-time in attesa della trasformazione in full-time; circa 500 lavoratori con contratto a tempo determinato attualmente addetti al recapito ed allo smistamento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA