Provincia destinata al collasso
In 3 anni previsto taglio di 60 milioni

«Così la Provincia collassa, va verso il dissesto finanziario». Finché era il leghista Ettore Pirovano a dirlo, poteva esserci il sospetto di strumentalizzazione politica.

Ora, invece, a prendersela col governo è il neopresidente di Via Tasso che con Renzi condivide nome (Matteo) e partito (Pd). Rossi sposa in pieno il grido d’allarme lanciato lunedì 20 ottobre dalla Cgil, e la sua voce diventa più forte, fresco di nomina a vicepresidente dell’Upl (Unione province lombarde).

Fatti due calcoli, secondo la Funzione pubblica del sindacato, la legge di stabilità appena sfornata dal centrosinistra, nella versione attuale, taglierebbe alla Provincia di Bergamo 10 milioni nel 2015, altri 20 nel 2016 e 30 nel 2017. In pratica si chiude bottega, arrivando nei fatti a quella soppressione dell’ente sovraccomunale che nessuna riforma costituzionale ha mai sancito.

Ovvio, quindi, che Rossi non abbia preso affatto bene la manovra. «La legge di stabilità annunciata rende di fatto inapplicabile la legge Delrio: se lo Stato ci dà sette funzioni, dalla viabilità all’ambiente, deve anche darci i soldi per assolverle», commenta, annunciando che convocherà a Bergamo l’assemblea di tutti i consiglieri provinciali lombardi, invitando gli esponenti di governo ad ascoltare le loro ragioni.

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