Robot per i pazienti di demenza senile
Dal 2016 «Mario» li aiuterà a ricordare

Nei primi mesi del 2016, quattro robot assistenti prenderanno servizio, in via sperimentale, nell’Unità di Geriatria dell’ospedale Casa Sollievo di San Giovanni Rotondo (Foggia).

Si tratta del progetto di ricerca europeo chiamato «Mario» (Managing active and healthy aging with use of caring service robots - Sistema di gestione dell’invecchiamento attivo e di successo mediante l’uso di un ausilio robotico) entrato nel vivo in queste settimane, ma partito ufficialmente nel mese di febbraio, nella cittadina irlandese di Galway.

Il progetto, rivolto ai pazienti che soffrono di demenza, è stato finanziato con 4 milioni di euro dal programma europeo Horizon 2020. Durerà tre anni e coinvolgerà dieci istituzioni europee tra enti di ricerca, università, ospedali e amministrazioni pubbliche coordinate da Dympna Casey, professore associato e docente del Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche e Ostetriche presso la National University of Ireland di Galway.

Per l’Italia, oltre all’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza, avranno un ruolo fondamentale anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e l’azienda di consulenza R2M Solution. Gli altri enti europei coinvolti saranno: National University of Ireland (Galway, Irlanda), Robosoft (Bidart, Francia), RU Robot (Manchester, Regno Unito), Ortelio Ltd (Coventry, Regno Unito), City of Stockport (Stockport, Regno Unito), Caretta-Net (Thessaloniki, Grecia) e University of Passau (Passau, Germania).

Il robot Mario sarà sviluppato sulla base dell’automa Kompai della Robosoft e offrirà un supporto mnemonico e sociale ai pazienti che soffrono di demenza senile e ai loro familiari, che spesso non sono nelle condizioni di prendersi cura di loro. Kathleen Murphy, professore ordinario di scienze Infermieristiche a Galway e responsabile comunicazione del progetto ha spiegato che il robot non fornirà assistenza fisica ma avrà capacità esclusivamente sociali: uno dei maggiori problemi della demenza senile è l’isolamento dal punto di vista sociale.

I pazienti si vergognano di non ricordare il nome di qualcuno che sanno di riconoscere e Mario li aiuterà a ricordare. Per comprendere le reali necessità a cui far fronte, all’interno del gruppo di studio sono stati reclutati anche dei pazienti affetti da demenza. Secondo le intenzioni del team,

Mario potrà telefonare, leggere le notizie, fungere da portiere e ricordare ai pazienti gli orari dei pasti o delle pillole. Secondo Murphy uno degli aspetti chiave del robot sarà il riconoscimento vocale e dei volti. In un primo momento comunicherà con il paziente tramite un tablet integrato sulla parte frontale e successivamente si attiverà con la voce.

© RIPRODUZIONE RISERVATA