Si era salvato per un cavillo burocratico
Stavolta il tunisino in carcere per furto

Una decina di giorni fa un cavillo burocratico lo aveva salvato dall’arresto in flagranza per furto in abitazione a Torre Boldone e H. G., tunisino da poco maggiorenne, se l’era cavata con una denuncia a piede libero.

Martedì 15 settembre però ci ha riprovato, e questa volta per lui prima sono scattate le manette per furto aggravato in abitazione e poi la custodia cautelare in carcere.

Il primo episodio risale al 3 settembre: in pieno giorno era entrato in azione a Torre Boldone, mettendo a segno un furto in un’abitazione. Il fatto era però stato subito scoperto e la polizia locale era riuscita a raggiungerlo e bloccarlo. Il problema era però sorto subito dopo: gli agenti infatti avevano accompagnato il diciottenne alla vicina stazione dei carabinieri di Alzano per la procedura di arresto: procedura che era stata stoppata - codice alla mano - dal pm di turno Maria Esposito. Non avvisata tempestivamente, aveva potuto solo constatare la mancanza della flagranza ed era stata costretta a disporre la denuncia a piede libero.

La vicenda poteva chiudersi lì, ma martedì, poco prima delle 9, i carabinieri di Alzano Lombardo hanno notato lo stesso tunisino in via Lamanna ad Alzano, proprio mentre scavalcava una recinzione. Nel corso della mattinata è arrivata loro la segnalazione di un furto in un appartamento di Alzano, in via Provinciale 23, che sul retro affaccia in via Lamanna.

Appena ricevuta la segnalazione del furto, vista la coincidenza delle vie, i carabinieri hanno bloccato e arrestato il diciottenne per furto aggravato in abitazione: addosso il giovane aveva il bottino. Ieri mattina, nel processo per direttissima, il tunisino ha respinto le accuse: «I gioielli che indossavo sono miei», Ma il giudice, ha convalidato l’arresto e disposto la custodia in carcere. Processo aggiornato al 23 settembre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA