Stucchi e Misiani attaccano le Poste
«Salvaguardare il sistema locale»

Le Poste prevedono di chiudere in Lombardia 65 uffici con l’apertura a giorni alterni per altri 120. I politici bergamaschi Stucchi e Misiani intervengono per tutelare il territorio locale.

Un’interrogazione a risposta scritta al Ministro dello Sviluppo economico sulla situazione delle Poste italiane. Il senatore leghista Giacomo Stucchi interviene sul piano di riorganizzazione nazionale, comunicato da Poste Italiane, che prevede per la Lombardia la chiusura definitiva di 65 uffici postali e l’apertura a giorni alterni per altri 120: «Ho segnalato - comunica Stucchi - più volte i disservizi delle Poste in provincia: i cittadini lombardi sono da anni costretti giornalmente ad affrontare disorganizzazioni, caos, chiusure stagionali, lunghe attese presso gli Uffici Postali del territorio. I piano aziendale annunciato penalizza il territorio lombardo anche con pesanti ricadute occupazionali. Chiedo quindi di capire quali iniziative intenda adottare il ministro per assicurare che Poste italiane eroghi un servizio puntuale, capillare e rispondente alle esigenze dei cittadini lombardi; se non ritenga necessario convocare un tavolo istituzionale con Poste Italiane e i rappresentanti dei lavoratori, al fine di valutare soluzioni occupazionali alternative per coloro che sono coinvolti nel piano di riorganizzazione presentato».

Anche Antonio Misiani, deputato del Pd, è intervenuto sul piano di riorganizzazione nazionale: «La presenza del servizio postale nelle piccole comunità locali va per quanto possibile salvaguardata, perché rappresenta da una parte un servizio essenziale per i cittadini e dall’altra un fondamentale presidio territoriale. Per questo, la riorganizzazione del sistema non può essere condotta esclusivamente secondo un’ottica economicistica. La razionalizzazione dei costi e l’aumento della produttività sono obiettivi condivisibili, ma non possono essere perseguiti attraverso il mero sradicamento da interi territori del servizio postale, che per molti piccoli comuni rischia di rimanere “universale” solo a parole”».

© RIPRODUZIONE RISERVATA