Suore Canossiane addio
Lasciano il «Villaggio» dopo 50 anni

Sarà un addio accompagnato da un grazie sincero e affettuoso e certo anche dal dispiacere di tutti per la fine di un'esperienza importante. In cinquant'anni di presenza, prima come pendolari, poi come residenti, hanno lasciato una traccia profonda per aver condiviso la storia del quartiere.

Sarà un addio accompagnato da un grazie sincero e affettuoso e certo anche dal dispiacere di tutti per la fine di un'esperienza importante.
In cinquant'anni di presenza, prima come pendolari, poi come residenti, hanno lasciato una traccia profonda per aver condiviso la storia del quartiere.

La comunità delle suore Canossiane si appresta a lasciare la parrocchia di San Giuseppe al Villaggio degli sposi. Domenica alle 11, durante la Messa, le suore saranno ringraziate e festeggiate dalla popolazione. La comunità è formata da tre religiose milanesi: la superiora suor Emma Callegaro, 73 anni; suor Enrica Rossi, 86 primavere; suor Carla Perego, 66 anni. La loro partenza era prevista due anni fa, ma venne rimandata a causa della grave malattia del parroco don Achille Angioletti.

Un nuovo rinvio subentrò perché il vescovo Francesco Beschi chiese alle suore di restare per aiutare il nuovo parroco. «La chiusura della nostra comunità del Villaggio degli sposi – racconta commossa suor Callegaro – è dovuta al calo di vocazioni, che costringe a razionalizzare o chiudere diverse case. La popolazione è sorpresa e dispiaciuta per la nostra partenza. Anche la nostra commozione è grande, perché si chiude una pagina di cinquant'anni di storia vissuta nel quartiere e condivisa con la gente della parrocchia».

La pagina di storia delle Canossiane prende il via con gli inizi del cammino della parrocchia di San Giuseppe, eretta dal vescovo Giuseppe Piazzi il 25 luglio 1959 per il quartiere in espansione. Il primo parroco don Franco Seghezzi si coprì di debiti e cambiali per costruire la chiesa e le prime strutture. Ad aiutare l'intrepido parroco, che si sentiva «come un ufficiale senza soldati, come una mamma che vuole accendere il fuoco senza legna», giunsero le prime tre suore Canossiane. «Agli inizi – ricorda suor Callegaro – facevano le pendolari: al mattino giungevano al Villaggio e alla sera tornavano nell'allora casa generalizia della Rocchetta in Borgo Palazzo. Erano impegnate nel catechismo dei ragazzi, nella visita ai malati, nell'animazione della gioventù, nella scuola di cucito per ragazze e nell'asilo parrocchiale. Era un apostolato di frontiera in una parrocchia ai primi passi che aveva bisogno delle forze di tutti».

Le Canossiane rimasero al Villaggio per diciannove anni. Dopo un periodo di assenza, ritornarono agli inizi degli anni Ottanta, sempre impegnate in un apostolato di frontiera, che ha abbracciato la scuola d'infanzia parrocchiale «Locatelli», frequentata da oltre 50 fra bambini e bambine, e la pastorale parrocchiale: visita ai malati nelle case, Comunione agli infermi, catechesi, animazione in oratorio. «Le suore ci mancheranno molto – confida il parroco don Patrizio Moioli –. Hanno segnato la vita della parrocchia e del quartiere, precorrendo i tempi con la condivisione di tante iniziative parrocchiali e con la testimonianza della loro presenza e impegno, per esempio fra la gioventù quando i Cre non esistevano. Il nostro grazie riconoscente e sincero nasce dal profondo del cuore».

Ca. Ep.

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