Tasi, i cartelli di rabbia del sindaco
«Non è stata voluta dal Comune»

Claudio Sessa, sindaco di Torre Boldone, contesta la Tasi e spiega la sua posizione ai cittadini: «Sono avvilito, chiedo scusa». Ma pure decisamente arrabbiato: «Chiederò un incontro a Renzi: la Tasi l’ha voluta lo Stato centrale».

Brutto mestiere quello del sindaco, soprattutto se ti trasformi in un esattore altrui o devi subire tributi che non vorresti mai pagare. Anche perché poi non è mai semplice far capire ai propri cittadini che, in fin dei conti, non è proprio colpa tua e che spesso sei anche tu una vittima.

Claudio Sessa, primo cittadino di Torre Boldone, di indole non è uno che la manda a dire. Prova ne è il recente braccio di ferro con il Parco dei Colli per l’utilizzo della Ca’ Matta come sistemazione per i profughi. E così martedì 16 settembre, nel pieno marasma della (già odiatissima) Tasi ha pensato bene che «verba volant, scripta manent». Quindi si è armato di fogli A4 e ha detto la sua. In modo decisamente inequivocabile e all’ingresso degli uffici del Comune.

Quattro fogli con tanto di stemma ufficiale del Comune di Torre Boldone. Sul primo c’è scritto che la Tasi «non è stata voluta dal Comune ma dallo Stato centrale». Tanto per cominciare a mettere a fuoco la questione. Sul secondo che la Tasi «l’hanno partorita i governi Letta e Renzi». Ad ognuno il suo, quindi. Sul terzo il sindaco «avvilito chiede scusa». Per i motivi, comprensibilissimi, di cui sopra. Il quarto è quello più significativo: «Il sindaco, incazzato, chiederà un incontro a Renzi».

E siccome Sessa va dritto al bersaglio, ecco pronta la lettera per Renzi, dove il sindaco di Torre Boldone ricorda come «in conseguenza di queste scelte del suo Governo, il Comune anche quest’anno subisce un taglio dei trasferimenti di dimensione epocale. Tagli di risorse che servirebbero a finanziare tutti i servizi comunali. I contributi per la scuola che le sta tanto a cuore, la cultura, lo sport, le utenze, solo per fare alcuni esempi. In questi giorni vedo tante persone anziane e in difficoltà venire a prendere il foglio del conto Tasi. Mi sento avvilito e chiedo di poterla incontrare con alcuni di questi cittadini. Forse lei potrà meglio di me spiegare loro come fare a pagare senza soldi».

Anche perché Renzi fino a poco tempo fa era pure collega di Sessa, ma chissà se nel passaggio dal fiorentino Palazzo Vecchio al romano Palazzo Chigi ha pure dimenticato le vecchie attitudini...

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