Terno, da fresatore a ciabattino
«La crisi costringe a reinventarsi»

Stefano Bertuletti: 41 anni, sposato e con due figli, dopo ben ventisette anni di metalmeccanico in un’azienda dell’Isola, si è trovato in difficoltà col lavoro e ha deciso di reinventarsi un altro impiego per mantenere la famiglia.

Da sei mesi ha aperto il suo negozio di calzolaio su piazza 7 Martiri, esattamente all’inizio di via Mercato 9/bis, a Terno d’Isola, e subito ha riscosso il successo e la simpatia di molti clienti: l’ha chiamato «L’arte del Tacco». Si tratta di Stefano Bertuletti: 41 anni, sposato e con due figli, dopo ben ventisette anni di metalmeccanico in un’azienda dell’Isola, si è trovato in difficoltà col lavoro e ha deciso di reinventarsi un altro impiego per mantenere la famiglia.

«Facevo il fresatore in una ditta metalmeccanica che ha avuto un calo di lavoro e problemi di occupazione. Allora ho iniziato a guardarmi attorno e, visto che ho sempre avuto la passione per la manualità, ho pensato di fare un corso di artigiano calzolaio, impiego che mancava sul territorio» spiega Stefano Bertuletti tra un cliente e l’altro, mentre uno chiede la sistemazione degli stivali della moglie o il rifacimento delle suole consumate delle scarpe «ancora belle».

«Mi sono iscritto nel 2012 al corso “L’arte del calzolaio”, promosso dall’Unione Artigiani, con l’obiettivo di avviare una mia attività imprenditoriale – continua –. Subito, dalla prima lezione in laboratorio, ho capito che il calzolaio era un’attività adatta al mio modo di essere e di lavorare. Grazie all’aiuto dei preparatissimi maestri come Rino Schinelli, Gianpietro Del Prato e Diego Cavalli che mi hanno seguito per un anno, ho appreso l’arte del calzolaio. E non ho ancora finito: sto continuando il corso in quanto voglio perfezionarmi ancora di più».

Mentre stava terminando il corso, lo scorso giugno, Bertuletti si è messo subito alla ricerca di un locale in paese dove aprire il negozio: lo trova proprio su piazza 7 Martiri, il cuore pulsante di Terno. «Ho acquistato le macchine e gli utensili necessari per la professione, tra cui una macchina da cucire Singer che aveva un calzolaio di Villa di Serio, modificandola alle mie esigenze e mettendo in pratica le esperienze di metalmeccanico – continua nel racconto –. Ho aperto il 9 luglio e subito la gente di Terno ha risposto bene, facendomi lavorare tantissimo, tanto che lo scorso agosto l’ho trascorso in negozio. È un’attività che impegna molto, con il guadagno che è un normale mensile, ma in questi mesi ho avuto grandi soddisfazioni: i clienti sono contenti del mio lavoro e di avere un punto di riferimento».

E prosegue: «A causa della crisi economica, le persone cercano di far durare il più possibile le scarpe, ricorrendo alla mano esperta del calzolaio. Io cerco di dare il meglio di me e per questo continuo la scuola, al fine di perfezionarmi in questo antico lavoro manuale». Non è facile reinventarsi un impiego: «Affatto, anche se in questo momento economico così difficile per me è stato opportuno. Bisogna avere una certa predisposizione e tanta volontà, senza contare le ore di lavoro». Con anche lo scoglio della burocrazia: «Solo per mettere l’insegna ho dovuto sopportare un calvario burocratico, ma ho tenuto duro perché ero motivato in questa mia decisione».

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