Un pugno, fece abortire la moglie
Impresario edile finisce in carcere

La condanna a 4 anni in abbreviato che a dicembre aveva rimediato per procurato aborto, lesioni aggravate, maltrattamenti in famiglia e minacce aggravate nei confronti dell'ex moglie, è passata in giudicato. Un impresario edile di 45 anni, residente in un paese della Valle Calepio, deve scontare ancora tre anni, 9 mesi e 10 giorni, e per questo mercoledì i carabinieri di Grumello del Monte sono andati ad arrestarlo e lo hanno portato in carcere.

L'uomo è accusato di aver maltrattato e picchiato la moglie marocchina. Con un pugno in pancia le avrebbe addirittura fatto perdere il bimbo che portava in grembo. Gli episodi sarebbero accaduti dal 2005 al 2009. La donna, che oggi ha 32 anni, e l'impresario si erano sposati nel 2000 e l'anno successivo era nato il loro unico figlio.

L'episodio più grave sarebbe accaduto nel settembre del 2006, quando la giovane era ai primi mesi di gravidanza. Secondo quanto raccontato dalla donna, il coniuge durante una lite le avrebbe sferrato un pugno in pancia. Una decina di giorni più tardi la moglie si era accorta di aver perso il bimbo che portava in grembo. L'uomo su questo episodio ha sempre negato.

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