Un villaggio per la taragna originale
alla fiera di Alta Quota (9-11 ottobre)

Un grande villaggio per celebrare il piatto per eccellenza della cucina bergamasca, la polenta taragna orobica originale, scelta a simbolo dei nostri sapori per Expo 2015.

Da Branzi, in Val Brembana, storica capitale del piatto che abbina mais e formaggi (Branzi Ftb, Formai de Mut e Bitto Storico), la taragna «scende in città» per un evento tutto da gustare. La Sagra della Taragna orobica sarà allestita in un grande spazio di mille metri quadrati all’esterno della Fiera di Bergamo, in occasione di Alta Quota (9-11 ottobre), la rassegna dedicata alla montagna.

Un binomio perfetto, visto che culla della Taragna sono proprio le Orobie, sul versante bergamasco e quello valtellinese. Una ventina i produttori di prodotti tipici d’eccellenza bergamaschi che saranno presenti, dai salumi alla carne, dal mais ai formaggi per proporre ai visitatori il piatto originale della Taragna, codificato due anni fa da una commissione ad hoc di esperti: ancora una volta si vuole lanciare «l’oro della terra» come sapore rappresentativo della terra bergamasca.

L’appuntamento sarà ‪da venerdì 9 a domenica 11 ottobre‬, con l’organizzazione dell’associazione «San Matteo-Le Tre Signorie» di Branzi, nell’ambito del progetto «Forme. Bergamo capitale europea dei formaggi» che sta vivendo il suo momento culminante ad Astino, con la mostra che fa dialogare gioielli caseari e gioielli d’arte contemporanea.

«La polenta taragna orobica - spiega il presidente dell’associazione e capo progetto di “Forme”, Francesco Maroni - costituisce da secoli il piatto rappresentativo delle nostre montagne, un brand conosciuto ovunque da valorizzare quale volano turistico ed economico della Bergamasca. Questo ambizioso progetto nasce da due precedenti edizioni svoltesi, a Branzi, patria del “Sole d’inverno”, così veniva chiamata la polenta taragna. Per tre giorni questo antico piatto, spina dorsale della cucina bergamasca, sarà alla fiera di Bergamo che ospiterà la rassegna Alta Quota dedicata alla montagna”.

La sagra dedicata alla taragna celebrerà innanzitutto i suoi ingredienti: le inconfondibili farine, il mais Spinato di Gandino (presidio Slow food), il Rostrato rosso di Rovetta, il Nostrano dell’Isola, il Nostrano Orobico della Val Brembana e il Misto Saraceno della Valtellina. Quindi i prodotti caseari: il burro di malga, il Formaggio tipico Branzi (Ftb), il Formai de Mut dop dell’alta Val Brembana dop e il Bitto storico (presidio Slow food). Alla sagra sarà possibile degustare tutti quei prodotti di altissima qualità che si abbinano alla polenta: salumi, carne e formaggi e vini bergamaschi.

Ma perché la polenta è definita come l’«oro della terra»? «Perché rappresenta un elemento di nutrizione basico presente nella vita quotidiana della famiglia da secoli - spiega ancora Maroni-, in particolare in periodi di povertà. Un alimento di grande rilievo perché è parte del nostro patrimonio agro-alimentare e per il potenziale sostegno e di visibilità che può dare al nostro territorio. La polenta, inoltre, è versatile perché accompagna piatti sia casalinghi sia di alta cucina».

«Nell’immaginario comune dei turisti italiani e stranieri - conclude Maroni - Bergamo non è considerata esclusivamente come una bella città di arte e cultura ai piedi delle Orobie, bensì è percepita come una città “montana”. La polenta taragna è senza dubbio il piatto della festa, ricco di valori nutrizionali e umani: basti pensare al lento rituale della sua preparazione attorno al focolare, che unisce la tradizione contadina e le produzioni tipiche che hanno segnato per secoli la Bergamasca. Dal punto di vista nutrizionale la taragna è un piatto adatto anche ai vegetariani e nutre in modo sano. Recenti studi, infatti, hanno sfatato l’idea che i formaggi e il burro siano concentrati di grassi saturi, dimostrando il loro valore nutrizionale e l’assenza di correlazione con il colesterolo, a patto che tali prodotti provengano da bestiame allevato in alta montagna. Un piatto, quindi, tanto popolare quanto nobile, dalle potenzialità eccezionali. Per questo può essere senza dubbio eletto piatto simbolo di Bergamo».

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