Una firma all’alba per stare in coda
La giustizia che va a passo d’uomo

Tribunale di via Borfuro, le sei e mezza del mattino: arrivano avvocati e impiegate degli studi per scrivere il loro nome sotto 4 indirizzi. Sono le code principali che si formano davanti agli uffici giudiziari e alle cancellerie del tribunale: il nome sulla tabella stabilisce le precedenze

Una situazione degna del miglior Kafka.Una tabella portafogli di plastica arancione e alcuni fogli bianchi. Tribunale di via Borfuro, sono le sei e mezza del mattino, a piedi e in moto arrivano avvocati e impiegate degli studi per scrivere il loro nome sotto quattro indirizzi: Mobiliari, Immobiliari, Pignoramenti, Notifiche.

Sono le quattro code principali che si formano davanti agli uffici giudiziari e alle cancellerie del tribunale: il nome dello studio sulla tabella stabilisce le precedenze. Prenotato il posto, avvocati e segretarie schizzano via, per poi ripresentarsi alle 8,30, ora di apertura dei cancelli. La tabella viene ritirata dalla stessa persona che l’ha portata:di solito, per quell’ora, i nomi sono fra i trenta e i quaranta, ma solo i primi venti hanno speranza di essere ricevuti.

All’apertura dei cancelli, tutti corrono ai controlli del metal detector, per poi piazzarsi davanti alle cancellerie e agli uffici giudiziari desiderati. Dove si aspetta finché le porte si aprono (con orario piuttosto flessibile, fra le 8,30 e le 9 secondo gli uffici) e si consegna l’elenco dei nomi da chiamare. «Abbiamo inventato questa procedura fai da te – spiegano – per evitare spiacevoli discussioni e per cercare di limitare il tempo di attesa e il rischio di perdere una mattinata e tornare in ufficio a mani vuote».

Due pagine su L’Eco di Bergamo del 5 aprile

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